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IL RUGBY PROTAGONISTA DEL RUGBY. LA RISPOSTA ITALIANA?

Ah che bella compagnia !  Ripensare il rugby adesso che è fermo, discuterne e progettare adesso che tutto è davvero possibile, è la posizione de “Il Nero Il Rugby” rispetto a questo tempo ovale senza ovale, lo si è scritto come appello un paio di giorni fa.(“Appello al futuro per il rugby italiano” clicca qui).

Si diceva della compagnia. E’ la voce davvero autorevole e forte del super campione Sir Clive Wooward che dalle colonne del DaIly Mail si muove sulla stessa onda e lancia il suo appello movimentista, posizionato ovviamente sul rugby internazionale o al massimo quello britannico, cose che comunque ci riguardano eccome: Pro14, Sei Nazioni, sono anche casa nostra.

Dice Woodward:” Mentre entriamo in questo periodo senza rugby, mi chiedo se ci possa essere un beneficio inaspettato nel lungo periodo“.  Muoversi adesso quindi e parlarne in questo momento, ma non è una proposta vuota Woodward traccia anche la sua strada e propone che: il rugby torni ad essere protagonista del rugby.

Woodward parla anche del gioco in se, anche se non gli affida la centralità del suo pensiero e accenna al “..tipo di gioco che sta perdendo l’anima…“, e dopo.. “Il gioco è diventato piuttosto noioso, con la sua enfasi eccessiva sul territorio e sui calci, in particolare i calci piazzati nella mischia. Abbiamo davvero bisogno di un po’ di pensiero dirompente da parte dei nostri migliori allenatori, ma al momento non lo vedo..

Il piatto forte arriva quando affronta il suo vero dilemma, la questione economica.

C’è certo un problema tutto inglese dell’adeguamento del “tetto salariale”, Woodward ma soprattutto si pone molte domande sulla presenza del Fondo di Investimento CVC nel capitale sociale di Premiership, Sei Nazioni e Pro14 dicendo chiaramente che  ” ...il rugby ha bisogno di essere responsabile del gioco e di dargli forma::” intendendo che non è  un ruolo che tocca a CVC.

In questo senso Sir Clive Woodward propone un fuoco di fila di domande, puntando dritto al cuore del rapporto con CVC: “Chi, oltre al CVC, pensa che sia una buona idea far entrare il Sudafrica nel Sei Nazioni? … chi pensa che sia una buona idea far sparire il rugby dalla televisione terrestre?” (oltre a CVC,  si aggiunge da qui).

E’ il tempo del fermo immagine e le domande, come quelle qui sopra, che quando tutto è in corsa sembrano schegge impazzite, adesso appaiono davvero in tutta la loro complessità, profondità e verità.

E’ chiaro, Woodward teme che, quando il rugby ripartirà, l’enorme buco economico generato dalla attuale sospensione lo costringa a scelte scellerate, che la possibilità di recuperare qualche gruzzoletto di denaro sonante spinga Presidenti di Società britanniche ed i vari Board fra cui quello del Sei Nazioni a decisioni contro la propria storia ma soprattutto contro la propria disciplina.

Ci si domanda adesso se anche dall’Italia si è in grado di alzare la voce e dare forte una risposta a Sir Woodward, se qualcuno fra i nostri massimi Dirigenti o aspiranti tali è in grado di dire si o dire no all’approccio con CVC con una motivazione alta e fortemente ovale, o sia in grado di raccontare del modello di rugby che vogliamo, allo stile di gioco che pensiamo, da che parte stiamo veramente in questa partita? Saper rispondere davvero a questo significa, qualsiasi sia la risposta, essere dalla parte del rugby.

Stare solo dalla parte dei quaranta e passa milioni che ci devono arrivare è una posizione idiota.

Ecco quindi su cosa dobbiamo misurarci. Anche su questo. Saper rispondere con autorevolezza e vera competenza a queste domande è una delle priorità del nostro movimento ovale del futuro. Diversamente non avremmo compiuto interamente la nostra mission.

E questo è solo l’inizio.

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