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FIR E DINTORNI

LA FIR EVITA ED EMARGINA IL TOP10

Se davvero si fosse capito che è iniziato il massimo campionato italiano di rugby, su questo spazio web ieri ci sarebbe stata il consueto commento al Top10, invece non c’è stato nulla perchè il nulla è iniziato. Perciò ieri da queste parti si è fatto mancare il sostegno ad un non-evento che non è stato in alcun modo annunciato e pubblicizzato, cosa che rappresenta il punto più basso toccato dalle Federazione nei confronti del rugby italiano.

ZERO SFORZO PROMOZIONALE Se mandare in campo il Top10 aveva un senso, per giunta davanti a gradinate forzatamente vuote, lo aveva solo per dare un segno di presenza del rugby al mondo dello sport, ma anche ai giocatori di rugby. soprattutto i giovani, impossibilitati ad andare in campo.

Il Top10 come forma di riscatto di tutto il rugby italiano fermo e preoccupato: questo aveva senso. Una cosa così andava promossa ampiamente al suo avvio, dato grande eco pubblicitario, proposto la sua disputa a qualsiasi livello comunicativo, andava messa in campo una pesante assistenza media e social. Invece lo zero.

Durante la scorsa settimana la FIR ha organizzato una conferenza on line di presentazione del Top10: di fatto è stato un funerale. L’entusiasmo scivolava a livello “genocidio delle balene”, di rugby non se ne è parlato, l’argomento principale è stata la situazione sanitaria dei singoli territori da dove si collegavano i capitani delle squadre di Top10. Per il resto frasi di circostanza. Una cosa triste come un suicidio assistito.

Nessuno sforzo importante, tanto meno costoso, è stato compiuto dalla Federazione per promuovere questo Top10. Però questo era quello giusto, questo era (ahimè) l’anno giusto, andava fatto. Invece zero.

NO COMMUNITY In pratica la FIR ha negato l’esistenza di una comunità che segue questo campionato ed ha impedito a questo campionato di diventare il collante della realtà dei territori del nostro rugby locale In un momento come questo il Top10 avrebbe invece trovato una sua visibilità e soprattutto avrebbe potuto fare da cinghia di trasmissione e di, lasciatecelo dire, “speranza”, a tutto il resto del rugby italiano che è fermo e soffre la paura di scomparire. Questo pensiero non è stato raccolto ma per certi versi è stato pure umiliato.

NO MEDIA  E’ chiaro che in una situazione come quella sopra descritta nessun “media” abbia raccolto il testimone per la trasmissione in diretta dei match del Top10. Dice il proverbio che “con il nulla non si fa nulla”. Quindi persino Facebook, che ci portava le dirette lo scorso anno, non è stato della partita. La FIR ha autoprodotto le partite e messe sul suo canale You Tube. Fine.

MANCANZA DI RISPETTO ? Il campionato è iniziato? Si sono disputate due partite su cinque. Le altre ferme per colpa del virus. Non ci si lamenta di questo, si sapeva che questo poteva accadere perchè i ragazzi del Top10 non possono vivere in una “bolla”, come in NBA, come nel calcio, nel rugby inglese o come provano a fare in Pro14 e fanno in Nazionale. Non funziona così il dilettantismo del nostro Top10. Allora tutto questo sacrificio meritava più rispetto e considerazione? Meritava un protagonismo nuovo e più forte?

Nessuna visibilità al Top10, nessuno sforzo per il Top10, perchè in questo momento sul video c’è la Nazionale azzurra. Due partite di recupero Sei Nazioni, appena disputate, e tre della nuova Autumn Nations Cup sono tutto ciò che serve ed interessa alla FIR per parlare di rugby. Il resto cada pure nel buio.  Come sempre.

Nemmeno ora che la situazione in giro è quella che sappiamo la FIR ha svoltato un attimo, ha guardato al rugby italiano con un minimo di attenzione, ha costruito su di esso una narrazione o una visibilità anche minima, ha pensato di usarne il suo vertice per dare un segnale a tutto il resto. Questo ci dispiace moltissimo.

“Il Nero Il Rugby” tornerà a fianco del campionato italiano ma prima si doveva dire quanto sopra. Non ci si è riusciti a trattenere. Forza rugby.

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