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SERIE A ELITE

TOP12 ALLA RICERCA DEL “PROSPECT”

 

Abbiamo chiuso la prima giornata cercando l’outsider del campionato, dopo la seconda è ancora presto ma ci sono già i candidati in bella mostra.

Perchè San Donà che vince contro il Valorugby dopo aver fatto una ottima figura e forse qualcosa di più la scorsa settimana contro la Polizia, è un ottimo prospect. Diciamo subito che lo stadio del Piave per l’occasione è anche la sede dei “pasticci”. In particolare in un secondo tempo in cui sembrano davvero giocare solo quelli di casa i protagonisti sono, per entrambe le squadre, proprio gli errori, frequenti elementi finali di una buona idea: un calcio sbagliato, una apertura verso il fuoricampo, un avanti in fase iniziale, un fuorigioco su un ottimo movimento della difesa e via così.

Quelli di San Donà vincono con un drop all’ultimo secondo e meritavano il bottino. Più armonia nel gioco fra trequarti ed avanti, una mischia sufficiente ed una capacità di cogliere gli spazi che fa meritare loro il ruolo di “prospect 1” nella ricerca dell’outsider. Importante e concreto l’apporto del solito ottimo Iovu, Schiabel in cattedra ma Reeves quando c’è è sempre una pietra miliare.

Quelli del Valorugby non possono pensare di contare troppo sulla loro difesa, ancora pesanti nel gioco mancano di meccanismi di avanzamento capaci di sfruttare davvero alcuni grandi talenti che per l’occasione scompaiono infatti dal match.

Farolini, Chistolini e Fusco i più efficaci con una nota particolare per quest’ultimo. Emilio Fusco ottimo ! Si era visto già bene nel secondo tempo della prima giornata, ampiamente confermato in questo match. Il ragazzo ha solo 21 anni e si è già fatto L’accademia di Leicester ed il campionato francese con Massy alla corte di Orquera, lo hanno riportato in patria i Medicei ma ora è con il Valorugby che sta facendo a tutti noi una promessa. Staremo a  vedere.

Il resto del quadro racconta di un Calvisano che balbetta pesantemente, crolla nel suo secondo tempo ma decide, sotto di uno, che deve farcela, la butta sulla velocità e così si scopre il tallone malato dei Medicei che perdono all’ultimo secondo ma che potevano chiudere molto prima e molto meglio. Presutti guardi dentro la testa di quei ragazzi.

Rovigo vince e basta, tutto il resto è un po’ triste. Se una partita deve anche divertire congratulazioni alle Fiamme Oro (prospect 2 ma forse qualcosa di più) che però condiscono anche una serie fitta di errori ed una propensione all’indisciplina che costa loro il match. Sono quelli in cremisi che fanno vedere buoni spostamenti in campo, muovono alla mano e contrastano  tutti i punti d’incontro, fanno anche una meta, spingono di più nel secondo tempo e gli avversari perdono terreno, però poi…. fallo! Alla fine infatti la differenza è solo lì, è il piede dell’ex-petrarchino Mennitti Ippolito (5/5) che mette dentro gli unici punti rossoblù, il resto per i ragazzi di Casellato è tanta confusione ed una discreta dose di personalismo. Più pratico nel primo tempo Rovigo nel secondo tempo ha un calo di visione preoccupante

Lato Fiamme Oro merita un bel “cinque” Cristiano, molto buona la sua interpretazione del match, idem per Vian lato Rovigo. La sintesi per entrambi i team però è: tanto da rivedere.

Sicuramente a Rovigo avranno pensato parecchio prima di arrivare a mettere il cognome dei giocatori sulle maglie da gioco. Riserveremo una lunga riflessione sulla cosa, se avremo spazio e voglia, più avanti, per ora ci basti sottolineare che nel rugby la maglia si diceva doversi conquistare ogni turno di gioco, la maglia non è del giocatore a cui viene consegnata ma del Club. Questo e tanto altro di questo tipo sembrava essere il motivo per cui le maglie del nostro rugby non portano il nome del giocatore. Se invece in passato a Rovigo non era così ma era solo una questione di budget allora perchè quelli che entravano dalla panchina non avevano il nome scritto sulle spalle?

Passiamo ai fischietti. Se vogliamo seguire il tentativo di velocità che pare essere in atto nel Top12 ci vogliono arbitri veloci. Gli arbitri devono correre. Essere veloci sul punto, veloci nel fischio , nella consultazione con il collega a bordo campo e soprattutto veloci a richiamare chi rallenta la ripresa del gioco. Se su un campo questo accade e sull’altro no il campionato non cresce. E neanche gli arbitri.

Forza Top12 !

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