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FIR E DINTORNI

DOPO I MONDIALI: RIPARTIRE DA PERSONE E SCELTE

Discutendo brevemente dei nostri Azzurri in ambito giapponese alla fine il mio interlocutore mi lascia la sua chiosa:”Questi ghemo, co questi soghemo“. Rimango un po’ deluso perchè in effetti da un super-tecnico come lui si può sentire di più ma poi ci penso. Cosa c’è più di così?

Altra situazione altro interlocutore. Un Presidente si gira mi guarda e mi dice:”Tanto qui non può cambiare, c’è un “sistema” che questi se li rielegge pure. Non c’entra il rugby“. E la FIR che deve cambiare per far rinascere il rugby italiano? E la melassa dei campetti con i ragazzini che giocano ovale? Quasi viene da arrabbiarsi con questo che dice così ma poi ci si pensa su, purtroppo ha ragione: il “sistema” è forte.

Seduti davanti ad un caffè, altro posto e giorno, altre chiacchiere con uno che conta:”Ho preso quell’allenatore perchè era l’unico libero, ma hai fatto il conto? Non ce ne sono più!” Maddai, ma falli tu i conti…. allora…..prendi… ah no….oppure….no… non ce ne sono più. E’ vero. Guardiamoci intorno, i Coach li abbiamo decimati, abbiamo tantissimi semi-prof, dopolavoristi, fino ai genitori dei ragazzi ma di quelli che tirano su il progetto,  preparati davvero in termini multi-disciplinari, che fanno solo quello, di loro sempre meno.

Questa Federazione ha fallito, il suo progetto è fallito. Abbiamo aspettato una interminabile serie perdente di Sei Nazioni, troppi Test Match a tratti umilianti, i risultati negativi della franchigia tutta federale in Pro14 e potremmo andare avanti a lungo nell’elenco. Adesso siamo seri, diciamolo e basta, è stato un fallimento, è finita. Non è catastrofismo, si deve fissare il punto. Ci serve per ricominciare.

Perchè quello che rimane accanto al fallimento, alle sconfitte ed alle delusioni sono quelle tre frasi che hanno un denominatore comune: un amaro senso di sfiducia in una vera e possibile ripartenza del nostro rugby.

Su queste colonne ultimamente non si parla abbastanza di off-load e di mischia chiusa, di tecnica e di evoluzione dell’ovale, si chiede scusa, vorremmo tanto farlo ma le frasi di cui sopra sono un sintomo importante, ci dicono che dobbiamo ripartire dalle persone e dalle scelte, altrimenti del nostro rugby alla fine rimarrà solo una diretta streaming su facebook. Forse.

E’ adesso il momento di ripartire, il Giappone è già un ricordo, non è mai stato un sogno. Le false sirene che ci hanno raccontato di successi impossibili sono alle spalle. I nostri Mondiali sono finiti, il ciclo è chiuso. Ora guarderemo senza invidia le evoluzioni del grande Nippon e dei riposati All Blacks, della ambiziosa Inghilterra e dello scapigliato Galles.

Noi ci teniamo i nostri Azzurri che hanno fatto il massimo per le condizioni in cui li abbiamo messi. A loro va un grande, immenso e sincero :“grazie”. Adesso è tempo di cambiare e ricostruire perchè ai loro successori vogliamo dare molto di più.

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