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IL BEL RUGBY NEL MIRINO DI VILLEPREUX CONTRO “IL RUGBY CHE BALBETTA”

E’ il noto giornale francese Equipe che intervista il grande Pierre Villepreux  chiedendogli lumi sulla Francia che ha racimolato al Mondiale giapponese fino ad ora un buon punteggio, con tutta probabilità passerà ai quarti, ma non la stessa convinzione sul piano del gioco.

Dice Villepreux:”Siamo al rugby balbettato, non abbiamo una sequenza di gioco, non abbiamo sequenze lunghe, come le nazioni maggiori….“. Questa cosa delle “sequenze lunghe” in effetti è interessante e non vale solo per la Francia.

Pochi in effetti hanno “sequenze lunghe”, Villepreux pensa senz’altro agli All Blacks che fanno della continuità uno degli elementi di base, non sempre però nemmeno loro rispettano questo clique, Il francese pensa forse anche ad una nazionale “celtica” che persegue gioco di “evitamento”, off load e fasi lunghe alla mano rimediando una buona dose di spettacolo che è poi quello che il francese ex-Coach anche della nostra Nazionale (1978 -1981) predica da tempo.

Ma le sequenze lunghe pare siano prima di tutto nemiche alle attuali regole del rugby, non hanno infatti come viatico il gioco a sportellate che in troppi frequentano e che proprio il regolamento ovale in vigore da qualche anno ha “suggerito” ai più. Insomma, dovremmo dire a Villepreux che, anche se è vero che la Francia in campo “balbetta” è altrettanto vero che la maggior alternativa attualmente in giro non è lo “champagne”.

Forse però Villepreux ci vuole portare a discutere del cuore della “bellezza del rugby” che, secondo lui, è spettacolo ben oltre lo score che ci propone, è velocità, gioco alla mano, evitamento, proiezione offensiva e “siamotuttiterzelinee” perchè il rugby è prima di tutto sport di conquista e semmai molto dopo fisicità.

Sarebbe un gran bel rugby se fosse così, eppure lo spazio per questo rugby c’è eccome ed è un tipo di rugby che calza a pennello per certe latitudini. Allora ascoltatelo un attimo: Pierrot parla benissimo anche l’italiano.

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