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DOMANDE SUL RUGBY CHE NON STA IN PIEDI (ITALY & UK) E POI ….

Ci sono modi diversi di non reggersi sulle proprie gambe ed allora ecco venirne fuori qualche domanda.

O’SHEA… A VOI LA SCELTA  La nostra Italia sarebbe uno squadrone che ha perso con la Scozia solo perchè siamo stati massacrati dall’influenza. E’ quello che ha detto O’Shea dopo il match perso miseramente con quelli delle Highlands. Per il prossimo incontro con il Galles il nostro Head Coach azzurro ha annunciato due cambi sul XV iniziale, così Lovotti e Castello non saranno della partita, ma solo per l’influenza. Ci par di capire che altrimenti non ci sarebbero stati cambi per il secondo match del Sei Nazioni. Va tutto bene così ed O’Shea ha anche dichiarato in settimana che la nostra Nazionale con la Scozia ha giocato anche meglio che con l’Australia. Siamo fortissimi. Non sta in piedi, ma chi ? La Nazionale? Lovotti&Castello? Noi tutti? Oppure O’Shea?

BLIND RUGBY Insomma alla fine andranno a chiederlo in queste settimane. Quelli della Premiership inglese andranno a chiedere alla loro Federazione (RFU) di chiudere alle promozioni/retrocessioni dal loro campionato. Sulle motivazioni di questa cosa sono girate molte motivazioni, alcune struggenti come quella “così seguiremo meglio i giovani prospect per la Nazionale” ma poi la verità  è emersa pienamente. Ha detto un super-dirigente della Premiership al The Times:” Il nostro obiettivo chiave è quello di garantire la sostenibilità finanziaria a lungo termine per il rugby professionale in Inghilterra“. Altrimenti non sta in piedi. Non ci sarebbe altro da aggiungere se non che dal 1995, anno di apertura al rugby professionale, tutto quel rugby è in crisi economica. Per sopravvivere assorbe risorse dal rugby di base (vedi l’Italia) o toglie ogni prospettiva appunto alle categorie minori (come appunto vuole fare la Premiership). Cosa non sta in piedi? La RFU? La Premiership? Il rugby professionale?

Tutte domande pesanti sia quelle Made in Italy che quelle che ci trasmette il mondo UK, se le prendiamo però dalla parte giusta ci fanno riconciliare ed apprezzare ancor di più il rugby di base. Viva il rugby, cin cin! 

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