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PRIMA LO SPORT

“IL NERO IL RUGBY” E LA PROSSIMA STAGIONE? ANCORA RUGBY “DOMESTIC”? ANCORA TOP12? MA PERCHE?

Un mosaico è come il rugby, una bellezza per sempre dal sapore un po’ retrò

No, questo non è il primo scritto di questo spazio web ovale per la prossima stagione, quello sarà più avanti, per qualche giorno “Il Nero il Rugby” parla di se stesso, di cosa deve fare la prossima stagione, perchè i dubbi sono tanti ed allora da queste parti pare normale condividerli con tutti voi. (1a PUNTATA)

Questo spazio web è nato per seguire, con la sua formula molto particolare di “opinioni e commenti” e lasciando ad altri la vera “informazione”,  il rugby italiano, anzi, di più, il rugby che si gioca in Italia.

Questa la vocazione iniziale, quando però il rugby “domestic” era una cosa ben diversa e si poteva dire, convintamente, che ne valesse la pena.

Oggi tutto è cambiato, decisamente in peggio, questo spazio web ha seguito la “discesa” agli inferi del massimo campionato italiano, lo ha difeso come ha potuto. (In cambio questo spazio web ha ricevuto, dai troppi protagonisti di quel campionato, un trattamento drammaticamente pessimo. A volte anche peggio).

Dopo sette anni Zebre (prima gli Aironi) e Benetton Treviso, che militano in quello che oggi è il Pro14, non hanno certo visto colmarsi il divario tecnico con gallesi, irlandesi e scozzesi ma hanno aperto dietro di se una distanza incolmabile con il resto del rugby italiano. Questo è il dato di fatto. Il massimo campionato domestico italiano, l’Eccellenza, nel tempo ha perso, anche per sua diretta colpa, anche il ruolo di supporto alle due “franchigie” che si sono dovute adeguare e legare direttamente solo ad Accademie e varie Nazionali (Under20 in primis) come del resto prevedeva lo schema della FIR.

L’Eccellenza ha, ad oggi, solo il ruolo di palestra per i giovani uscenti dalla Accademia FIR e della Nazionale Under20, sono loro i permit player, nessuno degli altri che giocano  in Eccellenza può ragionevolmente ambire ad entrare dal portone principale di Zebre e Benetton. La cosa è frutto anche di una pesante “miopia” tecnica ma anche su questo il campionato di Eccellenza, pesantemente diviso al suo interno, non ha saputo farsi rispettare.

L’Eccellenza in questi sette anni è retrocessa pesantemente anche sul piano economico, il budget complessivo delle sue 10 squadre di Eccellenza lo scorso anno valeva forse il 50% dei 2 budget di Pro14. Forse meno. Una mancanza di soldi pesante, dovuta anche ad una forte perdita di visibilità ed una progressiva e costante perdita di pubblico davanti alla quale l’Eccellenza è rimasta a guardare. La  FIR ha dovuto pagare denaro sonante per far vedere le partite di Eccellenza via streaming, nello sport di solito vale il contrario, soprattutto se stiamo parlando del massimo campionato nazionale di quello sport.

Questa compressione economica non ha visto un vero arretramento complessivo sul piano tecnico, poteva andare molto peggio, molte scuole di rugby hanno tenuto bene nonostante la concorrenza ricca e pesante della FIR.

Sul piano della gestione dei team l’arretramento invece è stato drammatico. Solo poche squadre da questo punto di vista si sono salvate dal volontarismo, quasi ovunque però i “budget” strettissimi hanno trasformato “team manager”, direttori sportivi e “direttori del rugby” , in “economi” prima che organizzatori e gestori.

In questi anni si è fatto strada anche in Eccellenza un rugby poverissimo prima di tutto di idee e ricco di gelosie e piccoli campanilismi, con molte Società che hanno usato la politica ovale per acquisire posizioni di vantaggio o di prestigio.

Profili tecnici sufficienti spesso corrispondono a scarsa qualità a livello di dirigenti spesso improvvisati tali; vale quasi zero poi in Eccellenza il posizionamento su marketing e comunicazione. Autoreferenzialità a mille, questa ha funzionato.

In questo panorama le società del massimo campionato italiano sono diventate 12 invece di 10 e, dopo un anno e più di incontri fra loro per cercare metodi e strategie di crescita e di sviluppo non sono andate oltre la richiesta di un cambio di nome del proprio campionato. Proposta pure bocciata dalla Federazione che ha imposto un suo “Top12”.

Questo non è il campionato che questo spazio web aveva scelto come sua “vocazione”, questo non è il rugby italiano che “Il Nero il Rugby” aveva scelto di seguire a tutti i costi rinunciando a scenari e specializzazioni ben più interessanti e appetitose.

Scegliere “Eccellenza” invece di Celtic League e poi Pro12 e Pro14, scegliere Eccellenza invece di Six Nations e The Rugby Championship, scegliere Petrarca o Viadana, Calvisano e Lazio, Fiamme Oro e Rovigo invece di Tolosa e Perpignan, Stade e Clermont, Exeter e Saracens, e via così è stata una “vocazione” per “Il Nero il Rugby”, una scelta importante da pochi o nessuna compresa, sicuramente pochi e nessuno fra i Club di Eccellenza che hanno spesso guardato a questo spazio web con palese fastidio.

Che fare allora adesso? Questa è la domanda che dalla fine dello scorso campionato gira nella testa dell’autore di questo blog. Questo Top12 merita ancora qualcosa? Oppure potrebbe essere saggio lasciarlo in tutto o in parte andandosi a divertire davvero, seguendo gran rugby, guardando e scrivendo di TOP14, Premiership inglese, Champions Cup, Challenge Cup, tornei per Nazioni e via così?

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 “Il dubbio è scomodo ma solo gli imbecilli non ne hanno(Voltaire)

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