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Emisfero Sud

CRUSADERS CAMPIONI DEL SUPER RUGBY. LA NUOVA ZELANDA INVINCIBILE IN UN SUD CHE ZOPPICA

Nuova Zelanda ancora sul tetto del mondo con i Crusadres che vincono (ancora) il Super Rugby in una finale che, a dispetto delle previsioni, qualche brivido in più del previsto lo ha riservato, anche se non è mai stata in bilico.

Tornano a casa senza il titolo i Lions sudafricani di Johannesburg che pure avevano messo in piedi un bel castello ma nulla hanno potuto contro la difesa dei Crusaders. Perchè questo Super Rugby i crociati neozelandesi lo hanno vinto sulla difesa, d’acciaio la loro contro quella più ballerina dei sudafricani. Il  risultato finale dice 37 – 18 ma sono stati 203 i placcaggi eseguiti dai Crusaders (135 quelli dei Lions) per una partita giocata in difesa ma vinta appunto in attacco per 4 mete a 2. E’ stato del  56% il possesso dei sudafricani ma solo il 5% giocato nei “ventidue” neozelandesi. Insomma, a parte i primi dieci minuti nei quali qualcuno poteva anche pensare che i Lions potessero ambire al colpaccio, dopo sono stati 70 minuti di attesa che i rossoneri di Christchurch alzassero il loro nono trofeo del Super Rugby.

Nuova Zelanda ancora vincente, quelli della felce bianca su sfondo nero alzano un’altra coppa: invincibili?

Uno sguardo rapido alle concorrenti va dato. Nel Super Rugby sono parcheggiati in attesa di migliori fortune i giapponesi Sunwolves, giocano nel disastrato girone australiano, hanno raccolto 3 vittorie e 13 sconfitte in regular season. Ininfluenti. Si diceva del “disastro”, così è infatti oggi il rugby a XV australiano, scarso di talenti e di fantasia tecnica, con una Nazionale che riesce a fare molto di più di quello che fanno vedere le proprie franchigie salvando così la faccia (bravo il Coach Michael Cheika) ad un movimento che perde spettatori e soprattutto praticanti ogni anno. Crisi pesante.

Poi c’è il girone sudafricano, lì la crisi sa tanto di politica, le quote nere stanno facendo molti danni, i talenti scappano per giocare in Europa ma anche i non talenti, sono diverse centinaia i giocatori che hanno lasciato il Sudafrica per andare a giocare altrove, moltissimi i giovani, quasi tutti afrikaneers. Un esodo che impoverisce il movimento. Crisi tecnica e crisi di affezione in Sudafrica che con Erasmus a capo della Nazionale sta provando a sovvertire il trend. Poi ci sono gli argentini Jaguares che, nell’anno tristissimo della propria Nazionale, raccolgono invece un secondo posto e la qualificazione ai quarti lottando proprio nel girone sudafricano. Ottimi.

Poi c’è il girone neozelandese, tutto con squadre di casa, vinto appunto dai Crusaders ma che ha qualificato alle fasi finali del torneo 4 delle suoi 5 componenti. Sono rimasti a casa solo i Blues di Auckland Head Coach Tana Umaga. I match di questo girone erano gli unici veramente “da vedere” in tutto il Super Rugby, in pratica un campionato a se. La differenza di livello fra questo girone e gli altri due era fin troppo palese.

Ma i neozelandesi hanno la formula magica? Due cose sono sicure, la prima che un Super Rugby strutturato così non è competitivo, la seconda che il rugby neozelandese è una cosa decisamente molto seria ed anche ben organizzata. Per forza poi vincono.

Il mondo All Blacks si dimostra il più strutturato. Una federazione protagonista anche a livello mondiale (che alcune modifiche al regolamento del rugby mondiale degli ultimi anni, mica per forza le più intelligenti, arrivano proprio da lì) una scuola (intesa come il posto dove la gente va a studiare) che include lo sport ed include il rugby, club vivi e vegeti, federati in franchigie territoriali spendibili. Tanto studio e capacità tecnica completano un quadro per una organizzazione che è tutta autoctona. O quasi.

Quel “o quasi” è in verità l’unico rimbrotto che si deve e si può fare alle “scuola” neozelandese che sempre di più ha esteso il suo territorio di raccolta talenti un po’ in tutto il pacifico, nei suo club sono sempre di più i giocatori fijiani, saomani, tongani, un saccheggio delle altre isole che è visibile e visto da tutti, basta contare quanti sono gli “equiparati” anche nella mitica Nazionale degli All Blacks.

Però la loro scuola di rugby è sempre la migliore e per oggi, contro i neozelandesi c’è poco da fare, i Crusaders nel match di finale di questo Super Rugby hanno  mostrato prima di tutto i limiti degli altri e poi hanno vinto con i propri meriti. Cose che solo i grandi campioni sanno fare.

La Nuova Zelanda ha già messo le mani anche sulla prossima Coppa del Mondo?

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