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AFFARI ESTERI

LO SCHIANTO DELLA GEORGIA CHIUDE IL GIUGNO DELL’ITALIA. ADESSO UNA AMBIZIONE C’E’…

Aspettare i risultati degli altri non fa veramente parte della cultura sportiva ovale ma la Georgia se l’è cercata e voluta. L’Italia ha chiuso da tempo la sua serie giapponese, due partite “vere”, una sconfitta brutta e secca, una vittoria tenue e risicata (però una vittoria). Non era certo un caso che il terzo incontro dei nipponici fosse proprio con la Georgia, un team ed una federazione che da parecchi anni lavorano ai fianchi il rugby mondiale (con Rugby Europe hanno già raggiunto l’obiettivo) per sostituirsi a noi negli scenari continentali. Insomma se la Georgia avesse vinto con il Giappone… ahi noi. 

Invece la Georgia è schiantata sotto un perentorio ed autorevole 28 – 0 che quelli del Sol Levante hanno inflitto loro esattamente come il 34 -17 che ci era toccato al nostro primo match: con una accelerazione nel secondo tempo. I georgiani però di punti al Giappone manco uno ne hanno fatto e, a vederla così, la distanza con i nostri Azzurri sembra molta.

Tutto lascia quindi ben sperare per il primo dei tre Test Match azzurri di Novembre dove la nostra Italia incontra proprio la Georgia, a Firenze, il 10 novembre.

In quell’appuntamento l’Italia si gioca tantissimo, molto più di una partita e c’è solo da sperare che gli Azzurri lo capiscano così come era loro chiaro nella seconda partita con il Giappone qualche settimana fa. L’Italia infatti chiude la serie di Giugno al posto n° 14 del Ranking di World Rugby, esattamente da dove era partita, la Georgia non ha fatto alcun colpaccio e quindi a Novembre, oltre ad una serie infinita di questioni continentali che passano dal Sei Nazioni alla gestione di Rugby Europe fino al Pro14, noi ci giochiamo anche un potenziale sorpasso su di loro proprio nel ranking mondiale. Questo deve essere il nostro obiettivo, la nostra vera ambizione.

E’ chiaro ai più che avere questa ambizioni non piace a  Conor O’Shea, il cui lavoro invisibile di questi anni si nasconde sempre dietro la parola “crescita”; è avere un obiettivo di questo tipo la vera “crescita”, che si realizza solo vincendo e non portando a casa pareggi malconci o sconfitte forsennate.

Abbiamo visto qualcosa di interessante in questo giugno azzurro? La determinazione dei “senatori” nella partita vinta a Kobe è un punto di partenza inossidabile, la necessità di attingere ai giovani di scuola straniera un’altro (Polledri e Negri), la invariata necessità di un certo numero di stranieri in campo per restare in piedi (Budd, Hayward, Steyn), la gioventù totale di certi ragazzi sciupati troppo presto (Licata)  e poco altro. Però si è vinto una partita importante, abbiamo fatto un  gran match e possiamo assolutamente farcelo bastare. Adesso però tocca a quella ambizione.

C’è però una cosa che farà arrabbiare quelli del marketing federale (e coloro che ci vanno dietro), questa Nazionale sbandierata ai quattro venti come “ggiovane” invece giovane non lo è per nulla: ha ancora 27 anni e mezzo di età media (XV di Kobe).

Quindi, sia o no parte della cultura sportiva del rugby, il ciclo estivo di questa Nazionale italiana si chiude di fatto con la sconfitta della Georgia. Del resto siamo certi che i caucasici oggi, avessero avuto miglior risultato con i giapponesi, ci avrebbero fatto ben notare tutto il loro “potenziale”.

Adesso aspettiamo Novembre con quella ambizione di sorpasso su quelli del Caucaso, una ambizione da urlare bella forte che sentano tutti. Anche O’Shea.

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