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AZZURRI

GLI AZZURRI E L’ECCESSIVO TASSO DI UMIDITA’

Con i giapponesi la Nazionale di O’Shea ha fatto fiasco ma, a dispetto degli ottimisti a prescindere, lo ha fatto per 80 minuti ed il Conor ha già pronta mezza rivalsa.

Quando i super telecronisti hanno cominciato a rimarcare sul tasso di umidità giapponese come fattore di gioco si è capito che neanche loro, urletti a parte, ci credevano davvero.

Perchè fin dai primi minuti è purtroppo stato evidente che il tasso di “incompiuta”di ogni attività azzurra contro i giapponesi era troppo alto e che le iniziative personali erano l’unica vera arma di questa Nazionale. Il rugby però, si sa, si gioca davvero in quindici.

Più tonici, quadrati, organizzati e “professionali” i giapponesi, meno errori tecnici da parte loro, individualità spinte dentro una coralità che faceva anche bene a vedersi, niente di esaltante, tutt’altro, però decisamente più rugby.

Da queste parti sono stati due i transiti video che hanno ferito di più.

Il primo quando (poco dopo i tre urletti “Minozzi-Minozzi-Minozzi“) abbiamo visto il giapponese di turno passare veloce in mezzo e davanti prima alla “difesa” azzurra su  quel lato e poi all’inconsistente estremo italiano senza che nessuno qualcosa potesse.

Il secondo è stato il cambio all’inizio del secondo tempo. Hayward che sostituisce nel ruolo Minozzi ma che sostituisce in campo Bellini. Lo straniero al posto dei due giocatori più fotografati, come se i problemi non fossero stati prima di tutto fra i ball-carrier: O’Shea, dieci in politica! 

 Questa sconfitta nella terra del Sol Levante infatti ha prima di tutto questo sapore e non basta aspettare che il prossimo fine settimana si possa pareggiare il conto: abbiamo sempre sostenuto che i giapponesi erano davanti a noi nel ranking per un fattore “c” o quasi, adesso loro hanno già dimostrato che non è così, anche pareggiando il conto sarà così. Dovevamo dimostrare ben altro ma si è visto poco più del nulla. Anche la Georgia nel ranking è avanti a noi. Che sia tutto vero?

L’Italia ha giocato davvero 5 minuti alla volta, due volte,  ma bastava pochissimo per smontarla, poi dopo i soliti sessanta minuti, prima però non era andata per nulla meglio, il nostro pagatissimo fitness ha fatto crack. L’umidità.

Dicevamo di “O’Shea dieci e lode” perchè se in campo è stato un disastro le sue dichiarazioni di fine partita preludono già al ritornello finale. Se l’Italia il prossimo sabato vincerà allora avremo un irlandese falsamente sereno plaudire ai pregi del lavoro svolto. Se invece fallirà, dipende più dal Giappone che non da noi, allora sarà una questione di “questi sono i migliori giocatori che abbiamo” condita con la storia del “ritardo di vent’anni”. Ci serve una direzione tecnica così?

E poi c’è il tasso di umidità, ma quella pìù carina che scende dalla TV dal duo Raimondi-Munari è il Super Rugby che fa miracoli ai giapponesi, detta così sembra i nostri ragazzi arrivino dal Campionato Parrocchiale Audace di Bagno a Ripoli.

Ma gli azzurri in campo non sono quelli del Pro14? La grancassa suona tutto l’anno raccontando dei grandi progressi di Zebre e Benetton Treviso, della miracolose prestazioni di Tizio e di Caio, non si capisce perchè i giapponesi dovrebbero essere dei miracolati ed i nostri professionisti invece essere in svantaggio.

In questa prima giapponese è mancato un po’ tutto tranne che i colpi di scena promozionali, incluso, fra questi, quello dell’esordiente che entra in campo per il suo primo cap. Visto quello che si consumava in campo forse era cosa che ci si poteva risparmiare, farla finita di giocare sui nomi dei nostri ragazzi no? Palesemente lasciati senza strumenti tecnici in campo ma carichi di flash promo fuori. Da queste parti questo non piace e comunque prima o poi però toccherà anche giocare a rugby. Ai Mondiali manca poco più di un anno.

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