Finiti i nostri campionati per club sono partite tutte le spedizioni azzurre estive. E’ in preparazione la Nazionale azzurra maggiore per i test match giapponesi, è già in Francia ed ha collezionato una gustosissima prima vittoria la Nazionale Under20 azzurra ed è in Uruguay la Nazionale Emergenti che si gioca la Nations Cup.
Cosa ci aspettiamo da questi tre tour? Purtroppo la questione autoreferenziale stra-vince su eventuali obiettivi realistici che siamo costretti, non solo da queste parti, raccontarceli da soli. L’unico che si contraddistingue per margine di realismo nelle sue dichiarazioni stampa è Pasquale Presutti che segue come Head Coach gli Emergenti. Il tratto comune per le attese delle tre Nazionali è la ricerca di una “crescita” che significa poco o nulla ma in Italia, negli altri paesi ovali di Tier1 certamente no e neanche in certi di Tier2, si può anche cavarsela così.
In verità i tre azzurri che scendono in campo hanno pesi e consistenze diverse ma soprattutto portano pesi molto diversi. “Peso” che significa responsabilità, prospettiva di futuro, misura tecnica e via così.
La Nazionale maggiore va in Giappone per vincere, questo lo diciamo noi ma non certo O’Shea; il rugby giapponese è dell’altro ieri e scoprire che ci ha sopravanzato di troppo sarebbe un colpo durissimo. E’ la classica situazione che “un pareggio va bene a tutti” e visto che con i nipponici ce la giochiamo un paio di volte…. . Il peso che portano questi azzurri (da 1 a 10 dove il punteggio massimo vuol dire che il “peso” è al top delle possibilità), che glielo dicano o no, è di 9.
Se la Nazionale maggiore vince o perde forse non farà alcuna differenza, la strada dell’autoreferenzialità sembra ormai tracciata anche se, sta accadendo in paesi ovali ben più quotati, dare una sistematina magari allo staff o alle stesse convocazioni o in altre autorevoli direzioni potrebbe essere una panacea ad un anno e mezzo dal mondiale ed a pochi mesi dalla partita con la Georgia (Test match d’autunno). Se però “si vede la crescita”. Bhe allora.
La Nazionale Under20 è un po’ quella dei predestinati, gli accademici, loro sono i candidati al piano di sopra, una situazione non sempre bellissima ma che ha anche diversi vantaggi. Questa Nazionale, specialmente quest’anno, vive del motto “comunque vada sarà un successo” , troppi interessi e troppe sfide politiche si incrociano su questa squadra per potersi permettere che “non funzioni”. Funziona a prescindere. Gli ospiti del girone di questi ragazzi sono Scozia, Argentina ed i marziani inglesi. Allora comunque vada sarà un successo, se però “si vede la crescita”. Bhe allora. Il peso di questi azzurri (da 1 a 10), è di 4.
Per presentare la Nazionale Emergenti in FIR si sono procurati una ventina di asterischi (simbolo di provenienza accademica) ma i ragazzi della Eccellenza che si sono dentro sono la parte più disincantata e contemporaneamente appassionata del nostro rugby. Loro sono lì per vincere nel puro spirito del rugby, se si vince si vince e non importa se non porta da nessuna parte: la vittoria conta sempre. Se si perde non cambia nulla salvo forse per quelli innesti dalle Zebre e dal campionato francese. Mah. Se però “si vede la crescita”. Bhe allora. Il peso di questi azzurri è di 6 perchè in Italia rischiamo la soppressione di questa Nazionale.
Insomma, basta la crescita? In effetti quella è tutta una scusa ma la verità è che questi tre pezzi di azzurro sono molto diversi l’uno dall’altro, figli di una stessa filiera, lanciati su tre strade diverse. Se però “si vede la crescita”. Bhe allora..,