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AZZURRI

“NON VADO VIA ALTRIMENTI ADDIO NAZIONALE”

Non vado via altrimenti addio ai miei sogni di andare in Nazionale“. No, chiariamo subito, questa frase non l’ha detta nessuno, almeno non pubblicamente, però chissà in quanti sono lassù, nell’italico Pro14, a pensarla così. Magari nomi illustri solo qualche anno fa, oppure giocatori che girano ancora fra lo status di permit player e quello di seconda-terza scelta, oppure ragazzi quotati che hanno già “fatto strada”, che hanno magari vestito l’azzurro in un modo o nell’altro, che hanno ricevuto una proposta da Londra o Parigi o relativi dintorni, oppure che quella proposta se la andrebbero a cercare ma no, non si può.

Chissà in quanti sono chiusi nella morsa dell’Accademia che “o Nazionale o niente“, o ne sono appena usciti per una destinazione in Eccellenza che vivono e considerano solo come provvisoria. Perchè è ben altro quello che gli hanno raccontato quando hanno cominciato il percorso federale.

Ci sono ragazzi che nelle due di Pro14 si trovano bene e basta, poi ci sono quelli che pensano di andare, poi ci sono quelli che hanno paura solo a pensarlo e che scelgono di restare non per la maglia che già hanno ma per il sogno grande ed azzurro.

In quanti rinunciano a qualche esplorazione europea per non andare “fuori dal giro”? Perchè giocare in Francia o in Inghilterra potrebbe essere molto formativo ma, si dice nel vento, che sembra poi scatti la tagliola, che poi “loro” si arrabbiano, che dopo non puoi più seguire il percorso del team federale. Non sarai più azzurro. Eccetera eccetera eccetera.

Non c’entra il Coach della Nazionale, né quello di oggi né quello di ieri, almeno non pare proprio siano per forza loro, che loro sarebbero capaci di seguire un giocatore a Londra anche partendo da Parma o Desenzano.

Perchè la domanda è ben altra, fino a che punto questo blocco, questo stop alle emigrazioni verso altri lidi europei è veramente parte di un “progetto federale” alto ed organizzato e quanto invece è solo auto-referenzialità di una struttura federale, di una nomenklatura “tecnica”  che punta prima di tutto alla sua sopravvivenza?

Da queste parti si è perfettamente consapevoli di aver un brutto sospetto, di aver messo giù due righe brutte, sporche e cattive. Vorremmo tanto dover chiedere scusa ma il dubbio è più forte e tocca allora scriverlo che qualche coscienza si tocchi, che qualche alto dirigente, altissimo e presidentissimo ci pensi un attimo su. Perchè non è così vero? Fateci vedere che non è così. Altrimenti agite, forte.

Che siamo tutti capaci di rivoluzioni. Prima o poi.

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