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SERIE A ELITE

CALVISANO SI RIPRENDE LA VETTA, SAN DONA’ CI METTE L’IPOTECA. ECCELLENZA BELLISSIMA

Il Calvisano ha vinto perchè superiore al Rovigo, ha gestito la partita con un saggio equilibrio fra attacco e difesa, giocato le palle che contano con i suoi migliori uomini, dimostrato vitalità nella costruzione del gioco, sfruttando i troppi errori difensivi degli avversari, gestendo correttamente il deficit in mischia e recuperando qualche spazio sulla velocità. I gialloneri si riprendono il vertice della classifica e, visto il calendario decisamente favorevole, pare impossibile lo molleranno.

Rovigo tutto peso ed attacco non ha convinto, troppe cose da registrare quando il possesso se ne va, troppo scarico il volume di gioco quando la mischia è vincente. I rossoblù hanno giocato una partita in salita più che per la spinta avversaria, i bresciani sono in calo palese, per i propri demeriti. Il risultato finale è difficilmente recriminabile senza appellarsi al vecchio detto che riporta al Dante Alighieri: “chi è causa del suo mal pianga se stesso“.

Però da queste parti, si sa, i timori riverenziali stanno a zero anche verso il Calvisano, potente team del Presidente federale, e quindi ci si sente di stigmatizzare il comportamento dell’arbitro Schipani, direttore di gara di Calvisano Vs Rovigo, uno invece che di timori riverenziali ha fatto pensare di averne.

L’uomo con il fischietto ci ha messo 10 minuti per decidere che i ripetuti crolli in mischia a 5 mt dalla zona dei pali del Calvisano valevano una meta tecnica a favore della potente mischia rodigina. Dieci minuti di una partita che ne dura ottanta ma un solo cartellino giallo per arrivare alla “meta di punizione”. Un record !?

Così, grazie allo Schipani meditabondo, anche questo match fra gialloneri e rossoblù viene archiviato come partita dei veleni e la lista dei presunti piaceri (arbitrali ma non solo) elargiti in questi anni al Rugby Calvisano si allunga. La cosa non piace ai tifosi gialloneri? Non piace ai suoi giocatori? All’allenatore? Tutti insieme smettano di suonare il campanello degli altri per aver “riconoscimenti” che sono già tutti nella loro bacheca ma si girino direttamente verso il proprio padrone di casa. E’ tutto “merito” suo.

Se a Padova avesse vinto il San Donà nessuno avrebbe avuto nulla da ridire, anzi, sarebbe stato il viatico giusto di un match che i petrarchini hanno gestito male. Dopo 30′ minuti quelli di Marcato erano sotto per 14 – 0 e la partita non pareva avere nessuna altra direzione possibile. Ha salvato il match l’ingresso in campo di Andrea Menniti-Ippolito che da queste parti più volte in questa stagione è stato sottolineato come sia arrivato a grande maturazione ed in gran spolvero tecnico. L’Andrea li ha fatti “neri”, ha regalato, con le sue invenzioni da vera “apertura”, le chance che hanno riportato il Petrarca vicino agli avversari e poi ha messo dentro i 3 calci che hanno regalato la vittoria al suo Petrarca. Il resto è stato un mezzo-pianto, Marcato ha palesemente sbagliato formazione e piano di gioco, questa volta però ha azzeccato i cambi.

Il San Donà è il vincitore morale del match? Non solo, intanto ha realizzato due mete contro una sola degli avversari, ha espresso un gioco più convincente e divertente, ha messo in piedi una touche imprendibile ed in genere le sue fasi statiche sono fruttuose ed ha uomini senza sbavature in ogni reparto.

Pratichetti-Reeves-Derbyshire-Wessels-Erasmus-Ceccato la filiera che ha generato la netta superiorità sugli avversari nel primo tempo, nel secondo gli ingressi di Ambrosini-Bacchin-Zanusso l’hanno ben difesa che ci è voluto il piede di Menniti-Ippolito per scalzarli. Questo San Donà è davvero forte, si è inserito a buon titolo fra le “grandi” del campionato, ha un livello tecnico molto alto ed un livello motivazionale ancora più alto, hanno una coralità di gioco invidiabile. Alla prossima di campionato (7 aprile) i biancocelesti si giocano in casa il quarto posto contro le Fiamme Oro, tutta la stagione forse sta lì.

Questo turno di Eccellenza è stato davvero entusiasmante. Ci si è messo anche Mogliano, che ha raccolto un risultato largo per una meta tecnica all’ultimo minuto ma ha dovuto sostenere una partita bella tirata; i biancoblù hanno battuto la Lazio conquistando la loro prima vittoria in questo campionato, zona Mo’jan qualcuno ha giustamente pianto di gioia.

Se a Reggio Emilia Viadana fa la voce grossa (ma anche Reggio fa il bonus) a Roma a far la parte del tenore sono i Medicei di Presutti che perdono ma convincono molto di più degli avversari (si vede che è una giornata che va così!)-

Toscani solidi, ben organizzati mettono a segno mete da manuale e chiudono il match in attacco dimostrando di essere arrivati alla giusta maturazione per questo campionato. Considerando l’infermeria decisamente affollata il XV fiorentino è davvero interessante anche se in termine di dinamismo e movimento della palla ha ancora da fare un po’ di strada.

Fiamme Oro ben poco convincenti, difesa ballerina e lentezza nell’approccio generale alla partita, due elementi che dimostrano la scarsa solidità di un team formato da grandi campioni. La meta di Sepe è molto bella; anche se il Bacchetti se lo è come sempre meritato per una volta giù a Roma avevano trovato un altro man of the match. 

Eccellenza alle battute finali, questa giornata elettrizzante ne riserva in arrivo altre due con match altrettanto saporiti. Ci vediamo lì.

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