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AFFARI ESTERI

SAMOA E LA BANCAROTTA DELLA FEDERAZIONE: STORIE DELL’ALTRO RUGBY?

Lalomanu Beach, Upolu, Samoa

La Federazione del rugby di Samoa è in bancarotta, così titolavano i giornali pochi giorni prima il Test Match di un paio di settimane fa che avrebbe portato la Nazionale di quella parte del Pacifico contro la Scozia. A dare la notizia il Presidente della Federazione del rugby samoano che aveva diramato un messaggio, un tweet, oggi si fa così, nel quale chiedeva aiuto e soprattutto donazioni.

Samoa, Malo Sa’oloto Tuto’atasi o Samoa, repubblica di circa 200.000 abitanti con capitale Apia (35.000 ab), ha il rugby nel sangue, è lo sport nazionale e le Union di mezzo mondo sono piene di fortissimi giocatori samoani ma il rugby di Samoa invece non se la passa per niente bene, così dice il suo capo.

Capita però che il suo capo sia Tuila’ epa Sailele Malielegaoi che però è anche il Primo Ministro di Samoa dal 1998 in una commistione di interessi e di denunce di malversazione che avrebbero reso la federazione samoana uno degli strumenti del Malielegaoi per perpetuare il suo potere.

E’ stato proprio il Tuilà a denunciare la bancarotta ma la World Rugby lo ha subito smentito dicendo che la situazione è gravissima ma non c’è nessuna bancarotta, che la Federazione samoana sta in piedi grazie ai finanziamenti della World Rugby stessa, che per la concessione di queste sovvenzioni l’istituzione mondiale del rugby aveva messo giù una serie di punti ai quali la Federazione samoana avrebbe dovuto adeguarsi cosa che non è stata.

I punti di cui sopra avrebbero di fatto portato alla estromissioni della politica e del primo Ministro dalla Federazione del rugby di Samoa, ma Malielegaoi da quell’orecchio non ci sente: contro le regole chieste da World Rugby ha quindi lui stesso nominato l’allenatore della Nazionale per questi Test Match ed ecco allora che una tranche dei soldini di World Rugby non sarebbe stata pagata. Ne è seguito il tweet.

Le Federazioni del Pacifico non se la passano per nulla bene, anche Tonga e soprattutto le Fiji navigano in acque difficili, World Rugby ha stanziato fondi importanti per loro, solo per Samoa nel quadriennio 2015-2019 ha messo in conto di versare 9,2 milioni di dollari, il 30% in più di quanto versato nel quadriennio precedente. Il problema è come sono usati quei soldi, cosa ne fa veramente il Tuilà.

Vero è che quelle Federazioni che pure hanno un numero di giocatori importante specialmente se rapportati alla popolazione, sono ben 12.000 i giocatori di rugby samoani, non hanno sbocchi in termini di sponsor e non possono godere di incassi importanti quando si giocano i Test Match sul loro suolo. Il rugby moderno così pesantemente costoso e così ben finanziato in altri paesi (a partire dalle vicine Australia e Nuova Zelanda che spesso sfruttano la situazione economica non positiva delle Federazioni del Pacifico) non può trovare corrispondenza in Samoa.

Insomma non è solo questione di politica invadente o di dittatorucoli che usano il rugby come promo ma anche una incapacità a reggere la necessità di soldi che ha oggi il rugby moderno. La crescita tutta economica del rugby mondiale sta lasciando indietro delle vere capitali del nostro sport ed il Pacifico è l’esempio numero uno.

World Rugby ha già dichiarato che non riesce più con i suoi fondi a sostenere coerentemente il rugby dei paesi svantaggiati (il 90% delle sue entrate arriva dalle prime 10 Union le quali scalpitano…) e sta chiedendo forme di intervento ai più facoltosi come ad esempio quello di destinare parti degli incassi alle federazioni del Pacifico quando queste giocano presso di loro. Sentita questa proposta la inglese RFU ha storto il naso ed ha fatto una donazione di 75.000 sterline a Samoa. Mah.

La storia di Samoa che ci siamo trovati a raccontare ci deve far riflettere, c’è un rugby che non si sostiene ed uno che punta a  budget iper-milionari. Ci sono due rugby?

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