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SERIE A ELITE

MENTRE VIADANA PIANGE DEL MALE VOLUTO, ATTENTI AI MEDICEI

Eccellenza che si costruisce un suo vertice, almeno così sembra perchè poco si potrà ancora dire fino a che non si sarà vista la reale consistenza dei Medicei e la capacità di risalita delle Fiamme Oro, queste ultime ancora una volta pesantemente sotto le attese.

Male voluto non è mai troppo. Oggi si parte da questo proverbio per raccontare quello che, più che una potente vittoria di Calvisano, sembra il suicidio tecnico di Viadana.

Perchè Calvisano gioca, come sempre, in maniera ordinata, ma per lunghi tratti decisamente meno efficace dei mantovani, fa molti meno errori, ma non riesce ad imporre il proprio gioco, si disunisce ogni tanto, troppo legato alle grandi individualità di alcuni giocatori, e così perde il bandolo della matassa. Viadana prende in mano la partita nel secondo tempo ma, quando il punteggio volge a proprio favore, sceglie di giocare in difesa, di non approfittare del possesso che pure copioso gli ritorna in mano ma si fida evidentemente della propria capacità di gestire le salite dei calvini. Errore definitivo.

Si riversa allora in campo il cinico e maturo Calvisano che mette al sicuro il risultato soprattutto grazie a due nomiil solito monumentale Novillo ma soprattutto dell’ottimo Alberto Chiesa. Classe ’88, livornese, ha vestito anche qualche maglia azzurra, mai la maggiore, ha giocato anche alle Zebre ma da quando è a Calvisano si son viste davvero meraviglie. Alberto è un centro che gioca estremo con la testa da apertura, se detta così la cosa può far impazzire qualcuno allora questi non ha visto giocare il Chiesa; questo fine settimana con tre interventi negli ultimi dieci minuti Alberto Chiesa chiude la porta a Viadana, decide di fatto il match e lascia che Novillo con un calcio ed un drop (3/4 al piede alla fine) diriga il punteggio verso gli uomini di Brunello. Un piccolo (ennesimo) capolavoro.

Da segnalare che Viadana ha esibito la classe di un altro argentino, Jose Ignacio Spinelli, classe ’97, di lui sentiremo parlare, ha giocato estremo ma può fare altro e i mantovani hanno ogni tanto. giusto un paio di buchi di troppo. Il Coach viadanese Frati non può essere contento degli ultimi due durissimi match con Rovigo e Calvisano, poteva ottenere molto di più, è mancata nei suoi ragazzi un pizzico di scaltrezza e di maturità. I numeri però ci sono.

I Medicei di Pasquale Presutti possono cominciare a preoccupare. Hanno vinto fino ad oggi il confronto con Lazio, Mogliano ed ora Reggio Emilia, hanno perso con Calvisano, hanno preso una batosta però solo da San Donà.

Il match con i Diavoli di questo ultimo turno di Eccellenza racconta molto di loro, dove Stefan Basson vive il rugby con grande libertà, forse troppa, Mountariol mette a posto la touche come si fosse in allenamento, Lubian e McCann corrono, placcano e danno fiducia. Ma i Medicei non sono solo loro, sarebbe troppo facile raccontarla così, perchè è palese su ogni movimento in campo che c’è una linea chiara, una volontà di crescita di tutto il gruppo. Questa pare essere la chiave di questi rappresentanti della toscanità ovale guidati da un abruzzese di lungo corso, questo è ciò che può fare “paura” al campionato: i Medicei non accettano di vivere delle capacità del singolo talentuoso, c’è una ricercata coralità in ogni azione. Presutti ci sta lavorando molto bene. Attenti ai Medicei.

Il Reggio Emilia visto con i Medicei non c’è. E’ un team ancora in fase di rodaggio che non trova i meccanismi del gioco d’attacco, più pulito di altri sugli skill individuali è però incapace di superare i ventidue facendosi sentire minaccia. Le linee di corsa girano su pochi giocatori che sembra quasi manchi fiducia nel gruppo. C’è tempo per crescere, quest’anno non retrocede nessuno.

Nel match casalingo con i petrarchini l’unica cosa che riesce alle Fiamme Oro, in palese mancanza di dinamismo, è quella di mantenere le fasi statiche in quasi pareggio, riescono poi a realizzare una meta approfittando di una situazione di gioco rotto ma cedono fatalmente quando la situazione si fa davvero difficile, mancano quando si trovano sul groppone un cartellino giallo, perdono i trequarti per strada quando c’è bisogno di fare spazio e si tengono una infruttuosa predilezione per la collisione. Roden onnipresente, Bacchetti ed Amenta sono del match, per troppi altri troppi chiaro-scuri.

Il Petrarca di Marcato adesso comincia a ragionare da leader, difesa pesantissima, pressione sugli avversari e modalità avanzante per tutti gli ottanta minuti, velocità di trasmissione e di ripartenza impressionante e capacità di dare continuità alle fasi. Questo è il Petrarca che si presenta alla caserma Gelsomini con un Niccolò Fadalti preciso e non solo al piede, un ottimo Enrico Francescato in grande spolvero e gran ragionatore. Un altro nome va però dato perchè non è il primo match che Michele Lamaro emerge in terza linea per grandi doti e competenze tecniche; è un classe ’98 con esperienza di Eccellenza alla Lazio e nel cuore la sua Primavera Rugby Roma. Un tipo davvero notevole.

Eccellenza più aperta di quanto sembri, oggi si è titolato di coloro che possono fare di più perchè è chiaro che questo campionato ha ancora degli spazi da riempire e, guardateci bene dentro, ci sono i candidati.

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