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MEDIA & SPORT

SULLO SCHERMO TANTO RUGBY MA IL PROBLEMA RIMANE…

Anche questa settimana potrete vedere tanto rugby sullo schermo, tanto streaming, qualcosa di criptato, qualcosa in chiaro. C’è un po’ di tutto diviso su piattaforme, canali, tecnologie, condizioni di ripresa e di accesso tutte diverse. Un bel fricandò di immagini con l’ovale protagonista.

Da queste parti abbiamo sbandierato con gioia anche l’avvento dello streaming web per la diffusione del rugby. L’ipotesi di rimanere a secco di palla ovale era concreta ed allora va bene così anche se ci si rende conto che gli smanettoni che usano Internet per vedere ciò che fa con più autorevolezza e semplicità  il tradizionale mezzo televisivo sono pochi e limitati ad una certa dimensione sociale. Viva lo streaming non fosse altro perchè pare sia il solo futuro che rimarrà.

Il prossimo fine settimana va in onda tutto il rugby possibile, due partite sulla TV propriamente detta, Eurosport, e sono i due match di Pro14; dopo aver racimolato qualche vittoria i “celtici” made in Italy si sono meritati ancora la diretta tradizionale. Per quelli che non sono davanti alla TV Eurosport manderà le due partite anche sul suo canale streaming a pagamento. Sky Sport, canale criptato visibili solo dagli abbonati, fa finta che l’Italia non esista ma manda in onda in fatale diretta sia la finale di Mitre 10 (il campionato neozelandese) sia la finale di Currie Cup, sempre dal sud del mondo, entrambi appuntamenti esaltanti. Poi c’è The Rugby Channel che manda la diretta di tutta l’Eccellenza sul suo canale streaming.

Grande visibilità per il rugby ma, segnamoci anche questo, ben pochi soldi per il nostro rugby. I percorsi di The Rugby Channel non sono certo profittevoli per la Federazione ma nemmeno quelli di Eurosport pare lo siano.

Abbiamo ragione ad essere tutti felici di poter vedere così tanto rugby ma, va detto, il nostro è posizionato nell’ultima fila in fondo a destra mentre in bella mostra c’è quello altrui. Questo fa crescere il nostro movimento ovale? Basta questo, visibilità di second’ordine e pochi soldi? Tutto questo basta a portare più ragazzi con l’ovale altamente motivati sui nostri campi? E’ questa la vera spinta per il nostro sport? E’ sufficiente questo per il massimo campionato di rugby nazionale?

Insomma, senza che la facciamo troppo lunga, il senso della domanda si capisce bene. Molti possono dire che in fondo il nostro rugby ha la posizione che si merita, va bene ma la domanda rimane. La risposta? Abbiamo dieci Presidenti di Eccellenza, uno federale, una decina di direttori sportivi ed un pugno di dirigenti FIR che possono rispondere. Velocemente per favore.

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