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FORZA RUGBY

ENRICO LASCIA IL RUGBY DA CAMPIONE, PERCHE’ SI PUO’ PERDERE…

Enrico Targa

Enrico Targa

Enrico Targa lascia il rugby, capitano del Petrarca dal 2012, Campione d’Italia nel 2011, fino ad oggi sempre in campo con la maglia del team padovano in Eccellenza, a soli 27 anni lascia perchè “Vado a lavorare“.

 E’ Alberto Zuccato dalle colonne del Gazzettino che ci racconta questa storia che sa di rugby più di una partita vera, che si gioca con il sorriso ma ha dentro un pizzico di tristezza, o forse anche di più. Chissà.

Non sono un campione e con questo sport non riesco a mantenermi“, ha detto a Zuccato Enrico che poi ha aggiunto:”Mi sono laureato in ingegneria e dal primo giugno ho un’occupazione, per cui non ho più il tempo per allenarmi. Ci ho pensato a lungo e sono convinto di aver fatto la scelta giusta. Fino a quando studiavo potevo gestirmi gli orari, ma adesso non è più possibile. Sapevo che sarebbe andata così, ero preparato da tempo“.

Ma allora, se non sei un campione non giochi a rugby? No, perchè il rugby non ti mantiene, non basta per impostare davvero una vita che magari a 27 anni è già tempo che faccia un primo salto o forse anche un volo. Eppure Enrico stava al vertice del nostro rugby, di quel nostro rugby che però non basta, che non mantiene.

Oppure sei un campione ed allora metti qualche base ma solo economica che è dura anche studiare e poi farsi una posizione. Quanti sono però quelli che possono fare così in Italia? E’ tanto difficile fare sport, è un sacrificio si sa, ma oggi il nostro rugby forse chiede troppo?

Così questo scelta di Enrico non può che venir letta anche come uno spunto di riflessione per i ragazzi delle Accademie, per i ragazzi dei campionati “minori”, l’Eccellenza, la Serie A,  per quei ragazzi che sognano e che non hanno magari ancora capito che sognare non basta. Non ti mantiene.

Enrico del rugby ha visto davvero tanto, proveniente dal Rubano entra al Petrarca, vince lo scudetto, poi con Coach Andrea Moretti, ha un brutto infortunio alla spalla, rientra, fa il permit player per la Benetton e gioca in Nazionale Emergenti ma Enrico ha il “piano B”:“. Quelle esperienza mi avevano fatto capire che non sarei mai diventato un giocatore di alto livello…al massimo potevo giocare nel campionato di Eccellenza, non più in alto. E in questa categoria si guadagna giustamente poco, per cui è obbligatorio avere, chiamiamolo così, un piano B. Se non si è dei campioni non si può pensare di campare con il rugby per tutta la vita“.

In Eccellenza si guadagna “giustamente” poco? Si è vero, a volte davvero nulla, certo non corrisponde alla vita che dovrai farti, quel rugby passa solo il presente, di futuro nella maggior parte dei casi non se ne parla proprio. Oggi è così. Non dovrebbe restare così. Chissà se ne parlano ai Consigli Federali, perchè questo è il rugby, il nostro rugby.

Torniamo ad Enrico, che è un tipo tosto, si laurea a Padova in Ingegneria delle Telecomunicazioni, anche la sua tesi guarda avanti, il titolo è di quelli che ci riguardano da vicino:”Analisi e caratterizzazione dei servizi over-the-top di streaming video su Facebook e YouTube”, il risultato è 110/110. Adesso Enrico ha un lavoro, bravo Enrico.

Eh si, è scappato un “bravo”, si ha tanta voglia di dire ad Enrico “bravo, è tutto giusto”, perchè da queste parti si pensa sia così, che sia tutto giusto, perchè è bello vedere tutta questa consapevolezza positiva, questo orgoglio di essere prima di tutto una persona: il rugby fa di questi scherzi. “Tutto giusto”, si ha voglia di dirlo ma verrebbe anche da dire che non è il caso, le scelte di Enrico sono giuste a prescindere perchè sono per se, sono fuori dal campo e sono solo sue, non andrebbero forse nemmeno recensite ma, questa volta c’è un ma.

Ma… Enrico, da queste parti un “bravo” non te lo toglie nessuno, vai che sei forte, sei più forte di quanto tu pensassi, tu credevi di no ed invece sei un campione.  Perchè alla fine quella storia rischiamo sempre di dimenticarcela, è quando poi si leggono di queste scelte che si ricorda, eppure la sapevamo già, ce la avevano già raccontata, anche per questo grazie Enrico, tutto giusto Enrico, perchè… si può perdere ma non nella vita.

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