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AZZURRI

O’SHEA E’ SENZA BENZINA ED IL NO DI LOZOWSKY E’ UN BRUTTO SEGNALE

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Una delle splendide spiagge di Singapore

Lo scorso fine settimana l’Italia, quella dei grandi, quella di O’Shea, si è presa una sonora lezione dalla Scozia nel Test Match in quel di Singapore. La cosa ha girato proprio male, chi si sgola nel coro “lasciatestareoshea” ha avuto problemi a dimenticarsi di fargli qualche appunto, per l’occasione il parafulmine lo ha fatto, su stampa e web, prevalentemente Gori.

Mentre gli azzurri affondavano fra il Mar di Giava ed il Golfo del Siam, uno come Alex Lozowsky ci ha detto no.

Alex Lozowsky ha infatti giocato in questi giorni per la prima volta con l’Inghilterra di Eddie Jones approfittando dei Test Match estivi della Nazionale della Rosa.

Alex , classe 1993, in questo momento ai Saracens, è di mamma italiana, dal 2014 il nostro staff tecnico federale tenta di farlo rientrare prima nei piani di Brunel ed ora in quelli di O’Shea.  Su di lui si è espresso con gran meraviglie in un ampio stralcio di una sua conferenza stampa persino Alfredo Gavazzi qualche tempo fa.

Lozowsky si è sempre tenuto la porta tricolore aperta ma non ha mai varcato la soglia, nemmeno dopo che Jones ha omesso di convocarlo per i match del suo team nel 2016. Nel frattempo il ragazzo deve aver visto la debacle azzurra di questi anni ed ha ora deciso di giocare per Inghilterra, chiudendo con l’Italia.

Il Lozowsky che dice no per alcuni è ovvio, giocare nella formazione della Rosa ha ben altra valenza, Alex però in quel posto ci entra solo perchè c’è mezza Nazionale inglese in Tour con i Lions, quando quelli ritornano cosa sarà di lui? La nostra Nazionale ha però talmente poca attrattiva, nonostante O’Shea, che Lozowsky ha preferito giocare qualche Test Match per l’Inghilterra e poi stare a vedere cosa succede invece che prendersi il posto fisso nel team dell’irlandese. Questo non è un bel segnale. 

Se si stanno ad ascoltare le chiacchiere federali di quelli come Lozowky possiamo farne a meno, abbiamo Accademie ovunque, due franchigie ed un gran lavoro da far crescere a fianco di O’Shea e del suo team. E’ così che è venuto in testa, con la solita discolaggine che lussureggia da queste parti, di dare una occhiata a chi il Coach irlandese ha fatto esordire come nuovo azzurro nella prima partita del suo tour.

Per cuocersi nel disastro di Singapore sono andati fra i ventidue, per la prima volta entrambi in azzurro, Luca Bigi, tallonatore di anni 26, da un paio in forza alla Benetton e, sempre da Treviso, Federico Zani, anni 28,  pilone. La vera chicca di O’Shea è però l’esordio di un forte neozelandese in forza alla Benetton ed ora anche azzurro, Dean Budd, ben 31 anni fra un mese. Che dire?

Siamo chiari, da queste parti si è felici che uno come l’Alex Lozowsky ci dica di no: ci piace di più che i ragazzi crescano con l’ovale dalle nostre parti, magari vestano anche qualche maglia di club, crescano con il sangue azzurro, magari prima di averci la casacca. Il Lozowsky che di dice “no grazie” è un pesante segnale “politico”, non altro.

Gli esordienti di O’Shea sono invece un altro pesante segnale: sono i sintomi di un ritardo di formazione (Zani e Bigi) ed anche di disperazione pura (Budd).

Scarseggiano i ricambi, non ci sono opzioni dal “vivaio” (rigidamente federale ovviamente).

Tutto questo perchè puoi chiudere 50 ragazzi in un pollaio e chiamarlo pure “accademia”, affiancargli 70 altri ragazzi (fra i quali una decina di seconde scelte dall’estero), ecco questo è il nostro attuale modello, ma non sarà mai come averne 400 che giocano un campionato di alto livello. E’ con il Super10, oggi Eccellenza, che siamo entrati nel Sei Nazioni non con le accademie o con queste “franchigie”.

La batosta scozzese ci dice che, per ora, O’Shea non fa miracoli sul piano del gioco ma forse anche che gli comincia a scarseggiare la benzina. Questo è il segnale peggiore.

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