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FIR E DINTORNI

IL VUOTO DI RUGBY, I MEDIA E LE “NORMALI” RESPONSABILITA’

MEDIA

Quando arriva la stagione che pesa, quella dopo i gironi di qualificazione, quella che porta alle gran finali delle coppe europee, quelle del vero Alto Livello, inesorabilmente in Italia il rugby si fa più rarefatto. Il grande pubblico ovale italiano, quello dei grandi numeri, scompare dopo il Sei Nazioni ma soprattutto non viene più approcciato. Se la cosa ci dà modo di apprezzare ancora di più l’importanza del Torneo europeo per Nazioni, la sua funzione centrale nella promozione tricolore, ci riserva pure qualche altra riflessione.

Nel trascorso fine settimana la programmazione di SKY regalava, si fa per dire, ai suoi amici ovali due match del Super Rugby e le due semi-finali di Champions Cup. Se si eslcude la diretta streaming della gita del Mogliano a Mosca a cura di The Rugby Channel, con commento in lingua russa, questo era tutto il rugby sullo schermo.

Ci si permetta, invece di cantar lodi dei solidi risultati altrui del fine settimana, russi, francesi ed inglesi stanno festeggiando, di fare due osservazioni sullo spazio mediatico ovale in Italia in questo fine settimana.

In primis va detto a voce alta che un pezzo importante di rugby è scomparso dagli schermi. Le semifinali di Challenge Cup che opponevano club come Stade F. Paris, la squadra di capitan Sergio Parisse, Bath, La Rochelle e Gloucester, in Italia sono rimaste oggetti misteriosi. Un pezzo fondamentale del rugby europeo non ha avuto nessuno spazio in una delle Nation del Sei Nazioni. Se la FIR su questo sarà lesta a raccontarci che certe cose non dipendono da lei, da queste parti possiamo esserlo altrettanto nel chiedere quale peso politico ha la FIR nella Europa ovale dei media e quale peso contrattuale ha con i media che volentieri invece giochicchiano con il nostro Sei Nazioni tricolore.

Vediamo allora una cosa che riguarda certamente la FIR.  Se non giocano le due di Pro12 il rugby in Italia sembra scomparire ed un fine settimana come quello trascorso diventa un pezzo di vuoto. A forza di raccontare a tutta Italia che l’Eccellenza è una palestrina di allenamento e la Serie A un campionato minore ci si ritrova al buio. Insomma quando capitano fine settimana come quelli trascorsi ci si accorge di come la promozione del rugby italiano sia importante, a tutti i livelli, perchè quello è il nostro rugby. Non sarà il più bello del mondo ma è quello che abbiamo ed il resto si chiama “marketing e comunicazione”.

Ah come vorremmo conoscere i piani di marketing e di sviluppo commerciale elaborati dalla FIR per i nostri campionati nazionali di rugby!

Forse adesso vi viene da pensare che da queste parti si voglia mettere il pepe sulla coda dei professionisti che si occupano di marketing in FIR o della Direzione Commerciale? Ci avete azzeccato. In qualsiasi azienda visti questi risultati è normale si faccia. Se però il Presidente Alfredo Gavazzi si sente di difenderli parta pure lancia in resta, ci dica pure che tutto questo vuoto è solo suo e non loro, altrimenti, come è ovunque normale, certi professionisti è tempo si prendano le proprie responsabilità.

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