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FIR E DINTORNI

ZEBRE, DOGI, LEGA: NON PER SFIDA MA PER IL RUGBY. PLEASE.

RBS 6 Nazioni, round 2, 09-02/2014, Parigi Stade De France, Francia v Italia, da sinistra; Ghiraldini,Geldenhuys,Bergamasco, Castrogiovanni e Parisse

L’Italia chiamò.

Dopo il capitolo della potenziale costituzione della Lega dei Club per la rivitalizzazione del Campionato di Eccellenza e del rugby nazionale, quello delle Zebre agonizzanti che cercano soldi o si spostano altrove, non poteva mancare la messa in discussione del terzo tassello del nostro vertice ovale: quello della Benetton Treviso. Il cerchio si è chiuso ed ora l’italrugby è liquida.

Il Presidente del Comitato Regionale Veneto Marzio Innocenti ha rilanciato in questi giorni l’ipotesi dei Dogi in Pro12, chiaro e limpido il suo appello:”Il Benetton non firmi l’accordo con la FIR, in Pro12 andiamoci con i Dogi“.

Visto che l’accordo per questi Dogi deve arrivare prima di tutto fra Benetton Treviso ed i maggiori club della regione, ovvero quelli militanti in Eccellenza, il sempre puntuale Antonio Liviero, che sta seguendo e stimolando la cosa dalle colonne del veneto Gazzettino, è andato a chiedere in giro come questi la pensano. Da Rovigo viene riferito sia arrivato un “si” , da San Donà il Presidente Marusso, negativo sulla questione, pare aver fatto più che una dichiarazione un “mestiere”, quello dell’oppositore alla Totò: a prescindere. La dichiarazione più forte è arrivata dal Petrarca con il Presidente Enrico Toffano che si è dichiarato disposto a ritirare la sua squadra dal massimo campionato, l’Eccellenza, per dare spazio ai suoi giovani in una franchigia veneta. E Treviso? Amerino Zatta ha fatto quello che cade dalle nuvole, poi ha aperto le porte dichiarandosi pronto a discutere. Si vedrà.

Ecco fatto, lo scacchiere adesso è completo. Tutti si sono disposti sul rettangolo di gioco e fatto la loro prima mossaOgnuno ha la sua idea e non la dice, siamo in piena trattativa, è partita la vera corsa per il nuovo assetto del nostro rugby.

Lega dei Club, Zebre e Benetton, ci si mette a guardare tutta questa rivoluzione imminente e si pensa che in fondo non è male tutta questa voglia di cambiamento, le cose fino ad oggi non sono andate bene e tutte queste ipotesi sono almeno dovute da chi governa il rugby.

Tutto questo schieramento pronto a fare qualcosa di molto serio per il rugby fa pensare, ci si augura sia solo per il nostro sport, nessuna sfida post-elettorale, nessun regolamento di conti, nessun modello pre-costituito, nessuna animosità squisitamente partigiana. Baste sfide, davanti a tutto ci sia genuinamente solo la passione per il nostro sport, almeno fin dove si può.

Allora per oggi da queste parti ci si ferma a questa banale ma quanto mai necessaria riflessione: adesso tocchi al rugby.

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