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AFFARI ESTERI

TOLONE ESONERA DOMINGUEZ MA NON PER RUGBY

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Diego Dominguez al Tolone

Alla fine il gran capo del Tolone, padrone di casa in tutti i sensi, Mourad Boudjellal, ce l’ha fatta ed ha lasciato a casa il suo Head Coach Diego Dominguez.

Diciamolo subito, l’evoluzione e l’epilogo di questa storia non hanno nulla a che fare con il rugby, è invece un copione già visto, trito e ritrito, cucito e ricucito in altro sport, il calcio, e nemmeno ai suoi massimi livelli. Tutto il gioco di successo di Mourad Boudjellal spesso segue comunque questo copione.

Diego Dominguez arriva a Tolone nel dicembre 2015 come secondo di Bernard Laporte, quest’ultimo grande allenatore ma soprattutto imprenditore, gestore di Casinò, un tipo decisamente più “Boudjellal”. Il Diego fa il secondo di Laporte con il preciso obiettivo dichiarato di esserne l’erede a fine stagione, entra nell’ambiente, si prepara a prendere in mano il tutto, cosa che accade, dopo polemiche ed annunci vari,  il 26 luglio 2016 e qualcuno giurerebbe che la sua sorte quel giorno è già segnata.

Adesso, solo due mesi dopo, per Dominguez c’è l’esonero ma in mezzo ci sono gli ingressi nel suo staff, voluti entrambi dal Presidente, di Marc dal Maso e, verso fine settembre, di Mike Ford: di quest’ultimo nessuno ha mai pensato potesse e volesse fare il tecnico dei trequarti come era stato presentato. Infatti sarà ora proprio Ford che prenderà il posto del coach esonerato.

Il Tolone di Dominguez è 4° in classifica nel TOP14, con 4 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte, un campionato dove la prima, Clermont, ne ha vinte 5, pareggiate 2 e di sconfitte ne ha una, proprio dal Tolone. In Champions Cup Tolone ha una sconfitta con i fortissimi campioni Saracens ed una vittoria lo scorso fine settimana con Sale Sharks.

Abbiamo avuto purtroppo ultimamente spesso occasione di parlare di questa malattia da “esonero” che ha colpito, recentemente, anche il rugby italiano. Un gioco così profondamente di squadra e così marcatamente tecnico come il rugby non dovrebbero nemmeno prevedere questa eventualità, chiunque si rende conto che il lavoro di uno staff tecnico del rugby, nel nostro sport si parla sempre di “staff” e non di singolo allenatore, è talmente importante da non poter essere valutato se non dopo almeno una stagione. Certi atteggiamenti inoltre non dovrebbero appartenere al rugby, non fanno parte della sua filosofia, è quindi anche una questione di “stile”, perchè ogni sport ha il suo “stile”.

Detto questo l’uscita di scena di Dominguez ha il sapore della premeditazione, è un giochetto del Presidente Mourad Boudjellal per alzare il valore delle sue “azioni” di fronte al mondo del rugby francese ma anche al suo Tolone, per affermare che è tutto “suo” e solo “suo” che lui sa come si fa.

Il rugby francese sta vivendo dolorosamente la perdita progressiva del suo “stile”, perde pubblico in TV, perdono spettatori le gradinate. Certo il rugby francese è comunque il più ricco e seguito d’Europa.

Fate e dite quello che volete ma, da queste parti, questo esonero ha lasciato in testa l’idea che lo sport abbia perso contro la logica della bottega, che quello che accade fuori dal campo sia stato più forte di ogni passaggio, di ogni mischia, di tutti i calci e le corse che ci sono passati in mezzo. Non fa bene al rugby.

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