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FIR E DINTORNI

QUELLA TV CHE NON VUOLE IL RUGBY DI CLUB

Paul Griffen

Paul Griffen ai tempi del Calvisano, oggi commenta il Sei Nazioni su DMAX

La questione è di quelle cruciali, trattasi della programmazione TV delle partite dei nostri maggiori club, Pro12 ed Eccellenza. La cosa rappresenta in Italia, specchio dell’insuccesso della strategia sul nostro rugby, ogni anno un grosso problema. Il Pro12 ha superato la giornata n° 4 e la sua visione in chiaro si è limitata ad una scarna anche se salvifica trasmissione in streaming, per l’Eccellenza, che inizia il prossimo fine settimana, la cosa è ancora più in alto mare.

Per il Pro12 “made in Italy” di Zebre e Benetton in effetti la mancanza di un Broadcaster che sia disponibile ad impegnare preziose e costose fasce orarie del suo panel per trasmettere il rugby italiano del campionato celtico, è solo il risultato finale di un insuccesso conclamato da tempo. Il Pro12 italiano ha perso non solo, copiosamente, in campo, ma ha pure perso fuori dal campo dove non è riuscito a ritagliarsi una sua immagine nazionale in grado di farlo diventare “vetrina”del rugby italico.

Manca l’interesse quindi manca la visibilità, quindi manca la TV ed i relativi sponsor disposti ad investire. La cosa come si vede è semplice, banale, lapalissiana, tocca però raccontarla perchè molti in Italia sembrano convinti che far vedere il rugby sia una specie di diritto costituzionale o un dovere delle TV. Invece è una questione di soldi, fino ad oggi ha pagato la FIR, un po’ per mascherare l’insuccesso, un po’ per tirare avanti e vedere se qualcosa intanto cambiava.

L’Eccellenza è un Campionato tutta passione ma ben poca visibilità. Bistrattato e soffocato negli ultimi anni proprio dalla FIR, i club che vi partecipano non hanno trovato nemmeno la forza, forse bisognerebbe scrivere “la voglia”,  per ricostituire una Lega di Club, forse unica chances per azionare alcune leve di marketing e far crescere l’interesse verso il massimo campionato italiano. Contenti loro.

Prendere atto della realtà è necessario. Il rugby italiano di club in TV ci può andare, dopo tanti anni e tanti tornei europei e tante altre sbandierate magnificenze, ancora solo per “promozione” di se stesso e non per vendita di un prodotto che non c’è.

Lo streaming video con le partite sul portale web di “The Rugby Channel”, cosa partita proprio quest’anno, è cosa ottima però, per tanti motivi tecnici ma anche di costume, lo streaming è un partner da porre in affiancamento al mezzo televisivo, non riesce ad essere un sostituto. La TV oggi è in grande evoluzione, le nuove tecnologie e l’ampia e nuova offerta DTT e SAT hanno cambiato la televisione come era qualche anno fa e rimodellato anche il modo di starci dentro. Per il rugby italiano di club però ancora non c’è posto.

Alla fine qualcosa accadrà, Eccellenza e Pro12 troveranno il loro spazio in qualche modo, alla bene e meglio.

E’ tempo però si muova davvero e cominci a far di conto quella macchina che da un po’ sta ragionando, non sognando, un nuovo canale sportivo multi-disciplina televisivo in italiano che include anche il rugby. I tempi sono maturi. Almeno loro.

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