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SERIE A ELITE

ROVIGO CAMPIONE D’ITALIA. TUTTA ROVIGO.

Campioni d'Italia Rovigo

Rovigo è Campione d’Italia. Non semplicemente il Rugby Rovigo ma tutta Rovigo. Poi magari toccherà anche parlare della partita che sembra quasi una appendice di una grande storia che ha per epilogo una grande vittoria ma che contiene tutta una sua umanità fatta anche di errori, temibili inciampi, attimi di smarrimento, insicurezze. Come a 10 minuti dalla fine quando Bernini esce con attaccato sulla maglietta il peggior giallo della sua vita dopo aver giocato la miglior partita della sua vita, fantasmi che arrivano puntualmente e che altre volte avevano avuto la meglio. Questa volta no, c’era tutta Rovigo a dire no. Eppure è stato un attimo e poi l’urlo della vittoria. Rovigo afferma una eccellenza: il suo rugby.

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Rovigo Under18 festeggia da Campione d’Italia

Rovigo è Campione d’Italia, tutta Rovigo perchè a fianco di Basson, Menon, Momberg, Lubian, Parker, Mc Cann, Quaglio e gli altri ci sono anche Andreotti, Zampolli, Biondelli, Loro, Mantovani Venco e tutti gli altri della Under18 del Rugby Rovigo che diventa Campione d’Italia il giorno dopo la finale del Battaglini, battendo a Prato, in una finale tesissima, la Capitolina Roma, 10 – 7. Rovigo è campione di tutto il rugby, nessuno escluso, la vittoria totale che abbraccia una intera città. Forse a Rovigo era destino che fosse così: o tutto o niente.

Tutta Rovigo campione perchè anche quello stadio colmo all’inverosimile e colorato di rossoblù ha avuto la sua parte, tornarci un anno dopo non deve essere stato facile, eppure c’era tutta la città, ma anche questo forse era destino: o tutti o niente.

Rovigo vince in campo, 20 – 13, i suoi uomini giocano davvero e fino in fondo, dietro chiude Basson che ha il piede più da finale di Vlaicu, davanti vincono tutto Tenga-Momberg-Quaglio che se vince la mischia poi si vince davvero. Mc Cann ha più gambe, Menon e Lubian più voglia, Parker più testa. Calvisano scompare piano piano, esce dallo schermo, poi si alza, ci prova, ci sono dei guerrieri anche da questa parte che tengono alla loro storia Chiesa, Morelli, Cavalieri, Costanzo esce subito, forse non doveva nemmeno entrare, Castello e qualcun altro non entrano forse davvero mai; le touche volano agli altri, è  un segnale chiaro. Calvisano sente che potrebbe non essere il suo turno con la storia, non molla ma davanti sembrano davvero troppi oggi. Ci sono davvero tutti.

Il match è uno scontro fra difese, territorio e possesso sono una occasione per difendere la propria idea di rugby ma in campo non c’è il gran rugby, c’è una finale da giocare, una finale vera. Non è stata bella, come previsto, il rugby è così: a volte bisogna vincere e basta.

Rovigo è Campione d’Italia, un grande rugby che vale un meritato scudetto. Uno scudetto che ha un sapore antico, ora sono dodici. Lassù oltre l’Adige ci sono quelli che ne hanno dodici anche loro. Adesso siamo pari, il rugby ne aveva bisogno. Tutto può ricominciare da qui. Le sfide che si fanno con il cuore sono le più belle. Forza Rugby.

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