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FORZA RUGBY

SOCIOLOGIA E SPORT: IL RUGBY E’ “CONTADINO”. QUESTA ALMENO E’ NUOVA

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La macchina della mischia??

C’è il sold out o quasi all’Olimpico per il match che porterà domenica 14 febbraio l’Inghilterra contro la nostra Nazionale nel secondo turno del Sei Nazioni; siamo ancora una volta pieni allo stadio, full, plein, taysi, vol, fullur, completo. Benissimo e la cosa, come sempre, fa ormai parte del contorno, ha stupito il cattedratico di turno che ha elaborato la sua “teoria”.

La questione che impressiona tutti è come la nostra Nazionale di rugby, che alla fine perde sempre, riesca a guadagnarsi continuativamente tanto favore dal pubblico; anche da queste parti da molto tempo si strabuzzano gli occhi per questa cosa ma si ringrazia il Cielo e si sorride a cotanta sorte positiva, anche perchè in fondo, in cuor nostro, tutto questo successo pensiamo di meritarcelo.

Dicevamo del cattedratico e la cosa la racconta dalle pagine di Tuttosport del 11/02/2016 Mirco Melloni il quale è andato a chiedere spiegazioni del dubbio di cui sopra al  Professor Stefano Martelli, docente di Sociologia dello Sport e della Comunicazione a Rimini. Dice il Prof :”  ll calcio rischia di aver raggiunto la saturazione, per gli scandali ma anche per gli episodi di scarsa sportività che si vedono sul campo, per questo viene favorito l’interesse nei confronti di altre discipline e di fenomeni differenti….” Pare impossibile ma in Italia per fare qualsiasi ragionamento sportivo bisogna partire dal calcio, è la dittatura dello sport unico, il Martelli purtroppo non è da meno, si sperava che essendo di Rimini si rifacesse ad altro che da quelle parti le passioni sono due, dicono i romagnoli : “patacca e mutur“. Ops.

Il Professor Stefano Martelli però si addentra e dice ancora:”ll rugby porta con sé un’aria di freschezza e genuinità che ricorda le radici contadine e richiama l’aspirazione ad un ambiente sano, con il verde e all’aperto” ma non solo questo, c’è anche il fatto che molti che seguono il rugby non sanno le regole, Martelli ha la sua opinione in merito: ” Magari non tutti i presenti sulle tribune conoscono alla perfezione tutte le regole di questo meraviglioso gioco, ma paradossalmente questo può costituire un vantaggio. Esiste il richiamo di uno sport differente da quelli più noti, ed è comprensibile un’apertura verso un qualcosa di ignoto: la nostra è una società ad incastri, in cui è tutto programmato. E così diventa istintivo andare a cercare qualche piccola scoperta…”.

Dei “contadini” a noi del rugby non ce lo aveva ancora mai dato nessuno e la cosa è anche piacevole non solo per la quantità di polveri sottili che si respirano i cittadini ma anche perchè la cosa richiama una immagine positiva per il nostro sport.

Partiamo però da Tuttosport che, decisosi a parlare di rugby risulta poco originale. Pensate un po’ cosa sarebbe accaduto se quelli del quotidiano “sportivo” avessero dedicato mezza paginetta oltre che a rivalutare la coscienza ovale dei campi di grano e delle distese di patate a spiegare le regole del rugby. Poi magari il giorno dopo altra mezza paginetta a spiegare le regole della pallamano e poi dell’hockey e via così tutta la settimana. Sarebbe veramente un tocco di aria salubre, certo il calcio dovrebbe rinunciare a qualche articolo sulle costipazioni del terzino destro, sui raffreddori del centravanti, sui litigi con la fidanzata modella o velina. Questa si sarebbe una rivoluzione “contadina” che la Bauernkrieg del Cinquecento a confronto non è stato niente.

Comunque grazie al Professor Martelli, almeno lui una mano ce l’ha data, alla fine però da queste parti si rimane della stessa idea di prima, contadino o no il rugby è solo uno sport dinamico e divertente e le regole sono un po’ quelle della vita, le conoscono quasi tutti. Come sono andato come sociologo?

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