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AZZURRI

AZZURRI DA COMBATTIMENTO

Rbs Sei Nazioni 2016, round 1, Parigi, Stade de France 06/02/2016, Francia v Italia, una carica di Parisse a tempo scaduto.

Rbs Sei Nazioni 2016, round 1, Parigi, Stade de France 06/02/2016, Francia v Italia, una carica di Parisse a tempo scaduto.

Non è la prima volta che abbiamo a che fare con la ridondanza di orgoglio e con la smania di essere il primo della classe di Sergio Parisse ma il Capitano ha troppi meriti per stare noi qui a parlare di certe cose e, ancora per una volta, ci va bene che l’ultimo errore della partita con la Francia lo abbia fatto lui. Quel calcio sbilenco all’ultimo secondo, quel gesto atletico per lui inusuale era la sua ricerca di gloria immensa, di passare definitivamente alla storia, come non ci fosse già. Quel calcio è stato una idea sgangherata ma che racchiude la sua vita ovale dove la cosa importante non è che il calcio fosse proprio brutto ma che lui avesse avuto il coraggio di farlo. Insomma, non ci è piaciuta quella pedata, follia personalistica di un grande, ma dopo una partita così quasi quasi non lo abbiamo neanche visto. Parisse ha calciato?

Il match con la Francia era nostro, chiusi nell’angolo i francesi, era chiaro da certi sguardi bassi di Maestri o dai giri a vuoto di Plisson, dal Medard che rimane giù, “pulito” da un gruppo di giovanotti che dovevano prendere 30 punti. Sono immagini che i galletti faranno difficoltà a cancellare e visto che il Sei Nazioni non ha il “ritorno” per cercare di riparare avranno dodici mesi, non un giorno di meno. Sarà una minestra difficile da digerire.

Dall’altra parte nessuno ha parlato di sconfitte onorevoli, gli Azzurri sono usciti dal campo che avevano perso, niente sconfitte onorevoli, cosa che a certi giornalisti, sempre in cerca di un mammismo tutto italiano, sarebbe piaciuto tantissimo ed alcuni ci avrebbero pure provato ma non ha attecchito. Ecco solo alcuni esempi di gente che ha perso una partita. Canna è stato bravissimo ed è uscito con il suo piccolo fardello di errori, cosciente che è l’unico modo di diventare “grande”, Campagnaro sommerso di complimenti sa che forse c’era un modo per non arrivare “corto” su quella quasi-meta ma lo sa solo lui come si sarebbe dovuto fare, è così che si diventa “grandi”. Bellini ed Odiete secondo i più dovevano schiattare in campo sotto il peso della intensità, invece sono arrivati fino in fondo ed anche bene. Cittadini-Gega-Lovotti sono entrati in campo che non ci credevano, insieme quei tre all’inizio non erano niente adesso sono una combinazione di “prima” della Nazionale: battaglia vinta.

Prima di tutto però questa Italia ha convinto per l’aggressività e qui c’è poco da dire, il rugby è uno sport di combattimento, quando manca non c’è rugby. Questa volta i francesi ne hanno trovato per i loro denti in grande abbondanza.

E’ bello che un commento al Sei Nazioni della nostra Nazionale possa essere, finalmente, così semplice e leggero, perchè i nostri hanno giocato bene e certe battaglie si vincono o si perdono e poi rimane solo da fare la prossima. Semplicemente così, perchè non c’è altro da dire, i ragazzi hanno fatto tutto il loro. Punto. Una cosa così la aspettavamo da un po’.

Adesso il Sei Nazioni ci prepara turni di gioco con quelle più difficili. C’è l’Inghilterra che pare aver messo in campo anche un po’ di testa oltre al fisico, ci sono  Galles ed Irlanda, le candidate per il titolo 2016, gente durissima, sono loro per ora l’anti-emisfero Sud, la risposta del rugby europeo al resto del mondo. C’è poi la Scozia, solida e bella come non mai ma anche suicida come al solito.

Poi c’è Jacques Brunel e no, non lo vogliamo sapere perchè certe mosse o forse solo un certo “stile” di interpretare la Nazionale non si potesse tentare un po’ prima, non vogliamo sapere niente, almeno per qualche giorno ci basta così che finalmente un po’ si respira. Fino alla prossima.

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