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FORZA RUGBY

IL TURN OVER D’ECCELLENZA CHE FA LA DIFFERENZA

Turnover

Il turn over, l’avvicendamento dei giocatori per i vari match stagionali, lo fanno tutti, sempre, è una prassi consolidata che fa parte degli skills di un buon Coach. Saper fare un buon turn over, anche se la sua applicazione non è mai scontata come si pensa  ma  può avere moltissimi motivi diversi, fa parte delle componenti del successo sportivo del Coach e del suo team.

C’è il turn over da infermeria strapiena, quello del “forza che vediamo i giovani”, c’è quello puramente strategico che disegna una certa squadra per un  singolo match, quello programmato che affida al campionato una certa parte della rosa ed alla eventuale coppa altra parte, c’è il turn over da contratto perchè ci sono giocatori che impongono questa prassi per la loro gestione agonistica e avanti così che di casistiche ce ne sono tante davvero.

Il turn over racconta del team tante cose e prima fra tutte la qualità complessiva della rosa, poi sviluppa l’attitudine, molto spesso ad un turn over sono legati diversi piani di gioco, volenti o nolenti. Insomma non è vero che il turn over cambia la fisionomia della squadra perchè la squadra è tale non per quindici-base, modalità di impostazione di un team oggi sempre più rara, ma per collettivo e complessità.

Il turn over serve ai Coach, serve ai giocatori, serve alla squadra nel suo complesso, ovvero 35/40 atleti, per potersi dire tale. Il rugby moderno impone, a tutti i livelli, intensità di gioco molto diverse da quelle del passato ed il turn over è così entrato prepotentemente a far parte del piano stagionale ma anche del piano di gioco della partita. Anche della partita perchè i sette cambi ora previsti ormai entrano sempre in campo ed hanno portato a 22 i giocatori che servono per affrontare un singolo match di rugby.

Vista dalla parte del Coach ed anche del Direttore Sportivo di una Società il turn over è tutto questo ed anche molto altro ma visto dalla parte dello spettatore e/o del tifoso è una potenziale sconfitta in arrivo o un calo della qualità del gioco.

Da queste parti non si sono mai disdegnate sonore baruffate con Coach che piazzavano un turn over per i match di Coppa europea che regalava sconfitte pesantissime, sicuramente più pesanti di quelle che si sarebbero potute raccogliere con un quindici di maggior esperienza. E’ da anni prassi consolidata fra i team di Eccellenza applicare un turno over  “d’esperienza” fra Campionato e Coppa Europea a cui si partecipa, dando precedenza al primo. Le baruffate infatti finivano poi con la reciproca ammissione che la rosa, anche dei migliori club italiani, aveva una disomogeneità evidente che imponeva quindi al Coach scelte importanti.

Per quanto riguarda il Campionato di Eccellenza il turn over ha poi assunto in questi ultimi anni, con l‘ingresso di molti giovanissimi fra le rose delle Prime Squadre e la diminuzione degli stranieri di qualità, una disomogeneità ancora più evidente; essere una fucina di giovani talenti, cosa che sta accadendo al massimo campionato italiano, comporta che il turn over marchi parecchio le differenze in campo, a volte già fra i 22.

Le recenti polemiche sul turn over attuato dalle squadre di Eccellenza che hanno affrontato la disastrosa prova di Coppe europee della scorsa settimana sono in questo senso comprensibili ma anche meno realistiche che in passato. In questi anni l’Eccellenza ha diminuito i suoi volumi di qualità sia per le risorse umane che ha ora a disposizione sia per le risorse economiche, per i motivi che si sono visti sopra anche la qualità del turn over si è ridimensionata.

Pensare di affrontare due tipi di tornei, campionato e coppa, con un discreto equilibrio fra loro  pare non essere più alla portata dei team di Eccellenza o almeno non di tutti. In questo senso la differenza fra le tre squadre di professionisti presenti nel massimo campionato italiano (Calvisano, Rovigo, Fiamme Oro) e le altre si fa invece sentire, pretendere di più da loro è quindi più realistico che non con altri.

Il turn over in teoria dovrebbe fare la differenza, marcare cioè le esigenze con una soluzione, questo da noi in questo momento non è ahimè totale prerogativa nemmeno delle due franchigie di Pro12. Eh si, argomento complesso, pensiamoci su.

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