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FORMAZIONE

FRANCHIGIE E FIR DIETRO IL DISASTRO DI COPPA

Le Zebre le prendono da La Rochelle in Challenge Cup, i trevigiani della Benetton vengono annientati, senza sparare neanche un colpo, dai francesi dello Stade di Parisse & Co. Una decina di milioni federali anche quest’anno buttati al vento, due team che prendono la ennesima ripassata dopo ben sei anni di professionismo totale e ben pagato nell’Alto Livello europeo: questo è il problema, l’altro è una conseguenza.

Quale altro? Il Calvisano Campione d’Italia che prende cinquanta punti dalla seconda squadra degli Harlequis, il Timisoara Saracens che strapazza e chiude il match con Rovigo in meno di venti minuti, i tedeschi del Heidelberger Ruderklub Rugby che vincono a Mogliano e anche i professionisti delle Fiamme Oro che vincono in rimonta ben 17 – 10 contro i dilettanti portoghesi del Grupo Desportivo Direito e questi ultimi che che portano a casa pure il punto di bonus! Ecco, questa è la conseguenza non il problema.

Le debacle europee hanno prodotto reazioni dure proprio contro i team di Eccellenza che, effettivamente, hanno scritto altra pagina nera della loro storia ma questa da qualche anno a questa parte è una costante, una via buia senza uscita.

Del resto il mondo va avanti è noi che siamo fermi. Due esempi. Rovigo perde perchè i ragazzi entrano in campo senza mordere. Davanti avevano i Timisoara Saracens, Campioni di Romania, si dice sia di due milioni di euro il budget annuale, una quindicina di stranieri in rosa, quasi tutti “pacifici”, fanno parte del progetto Saracens World, sono proprio quelli della Premiership inglese che gli fanno da balia ed anche molto di più, soldi inclusi. Qualche anno fa una a caso fra le prime quattro di Eccellenza li avrebbe battuti, oggi no. A Mogliano ci sono i Campioni di Germania, giocano benino, esecuzioni veloci, record di off loads, placcaggio scolastico, linee e ruck sufficientemente pulite, il resto sono poche cose fatte bene; i ragazzi di Galon-Properzi fanno una cosa: perdono il match. Nel loro tabellino c’è l’assenza di placcaggio ed una selva di errori tecnici sui fondamentali (il passaggio in avanti ha percentuali da Under 12). “Eccellente” chi?

I ragazzi del team rumeno o di quello tedesco, i portoghesi passati per Roma, i russi del Enisei STM che arrivati in Challenge Cup ed alla terza partita di coppa europea della loro storia vincono contro i francesi del Brive, attualmente quinti in classifica nel loro prestigioso TOP14, tutti questi ragazzi hanno una cosa in comune: la fame di rugby. Dietro di loro un club ed un movimento che chiede voglia di combattere, di migliorarsi, di fare ogni volta la partita della vita per arrivare in cima, per portare il proprio club, la propria regione, il proprio movimento ovale nazionale su palcoscenici più prestigiosi. In Italia non è più così.

Eccoci che adesso ci tocca ancora raccontare le solite disgrazie, ricordare i tasselli di un progetto fallimentare che include le straripanti Accademie FIR palesemente inefficaci ed inefficienti, una pletora organizzativa dai costi milionari che ha prima di tutti esautorato a tutti i livelli i club dalla formazione e crescita dei giocatori, poi la strategia “unico obiettivo è la Nazionale”, l’abbandono del Campionato di Eccellenza da parte della FIR, una programmazione inesistente, la costante politicizzazione da parte del Presidente FIR di ogni atto inclusa l’indagine per un caso di bullismo in una delle sue Accademie… fermiamoci qui che la lista è lunga e in federazione sono già abbastanza occupati che devono acquistare il Palazzo in centro a Roma che è un affare e così si fa bella figura.

La lista però è davvero lunga e dentro ci stanno purtroppo anche le due franchigie che si portano via, di fatto quasi gratis, tutti i ragazzi presunti talentuosi,hanno svuotato l’Eccellenza non solo di uomini ma anche di soldi e significato, dando risultati vicino allo zero e costando in questi sei anni al movimento ovale quasi cinquanta milioni di euro.

Queste sono le cause, questo  il problema.

Poi se qualcuno, magari viste le imminenti elezioni federali, fa fatica a rifare la lista di cui sopra, allora può anche dare la colpa ai Club di Eccellenza, mettere in croce Brunello, Frati, Galon, Eugenio e poi veda un po’ lui chi altri gli aggrada.

I Club hanno la loro parte di responsabilità ma la presunta cura imposta loro sta uccidendo il paziente, Da anni i club sono inseriti in un sistema nel quale non contano più praticamente nulla, un sistema gestito totalmente dalla FIR che è organizzatore, club, formatore, dirigente ed allenatore, una FIR peraltro sotto il tacco padronale. Cosa possono oggi i Club quando i loro Presidenti hanno spesso come massima ambizione quella di riuscire a tenere in vita il loro sodalizio e nulla più?

Cinque partite in Europa e cinque piccoli disastri, ognuno avrà pure lo scarrafone bello a mamma sua, questo si sama il risultato non cambia e neanche la causa, il problema è visibile, individuato. Ora ci siamo ridotti all’ultimo stadio della nostra regressione, tornati a venticinque anni fa quando si rincorreva i rumeni. Si vuole cambiare direzione? Allora cambiamola.

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