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PRO14

CONNACHT: CHI LI FERMA PIU’?

PRO12 R8

Questo Connacht ma chi lo ferma più? In teoria dovrebbe essere la Cenerentola d’Irlanda, quelli della costa ovest che, fra i flutti dell’Atlantico ed il dolce digradare al Connemara dovrebbero stare li a mendicar notizia scassati dalle altrui leggende. Leinster e Munster, Ulster, queste le altre tre d’Irlanda che la fantasia vuole supreme in vetta, invece no ed è Pat Lam, neozelandese di Auckland  34 caps con Samoa, dal 2013 Coach di Connacht, che si gode i frutti di uno scontro che era la prova del nove per quelli di Galway. Munster ci prova eccome, a tratti domina un match che è spesso uno scontro senza sconti fra due difese arcigne, Munster riesce quasi ad avere la meglio ma è Bundee Aki, classe 1990, neozelandese arrivato già la scorsa stagione a Connacht, che chiude il discorso andando in meta. Alla Red Army rimane il punto di bonus. Connacht vince a casa di quelli del Thomond Park, in Limerick dopo 29 anni di attesa.

Sono queste storie che fanno grandi il nostro sport, questa capacità di diventare protagonisti di una avventura che molti avrebbero giurato ti fosse nemica. Connacht è in cima alla classifica e molti ormai cominciano a guardare alla cosa con un certo timore, quelli di Galway il prossimo turno troveranno i non irresistibili Blues ma a seguire avranno le altre due irlandesi e così, dopo la prova del nove, toccherà alla prova del fuoco.

Treviso perde la partita a Glasgow, ma ci sono quelli del bicchiere mezzo pieno che dicono essere stato un colpo sfiorato; è difficile vincere una partita di rugby non solo senza fare mete ma anche senza fare punti. Solo sei i punti della Benetton alla fine con la mazzata che arriva da una meta a meno di dieci dal termine. Il “bicchiere mezzo pieno” dice ultimi in classifica, cinque punti che sono cinque punti di bonus e nessuna vittoria.

Le Zebre convincono eccome sul campo dei secondi in classifica, lasciano un buon ricordo e almeno  lo stesso numero di mete realizzate degli avversari, due,  i quali passano grazie, come al solito, alla fallosità dei parmigiani. Dries van Schalkwyk magistrale nella realizzazione di entrambe le “try” delle Zebre ma in genere un clima in campo decisamente vivace e la sensazione che ci sia qualcosa di più di un tentativo di essere alla pari. Ottima la prestazione di Canna, fantasia da vendere, ma è piaciuta molto anche la prestazione di Andrea Lovotti, prima linea piacentina classe ’89, molto bene.

Per le Zebre il prossimo incontro è con Ospreys, Benetton soffrirà con Scarlets, poi il doppio incontro fra le italiane che metterà a posto la classifica di entrambe e chissà quest’anno potrebbero esserci sorprese. Grosse.

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