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FIR E DINTORNI

LA FRANCIA NEL CAOS L’ITALIA NEL SILENZIO. DUE MODI DIVERSI DI ESSERE SCONFITTI

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La debacle francese ad RWC2015 ha portato uno strascico importante in patria e non poteva essere diversamente. Anche sul nostro web sono rimbalzate le notizie provenienti dalla Francia dove sono maturate in questi giorni vere e proprie disfide all’arma bianca alla ricerca di responsabilità ed analisi.

Una delle osservazioni più autorevoli è  stata quella di Pascal Papé, la seconda linea dello Stade Francais ha detto:”Top 14 con stipendi troppo alti, ma una competizione povera. Dove i giocatori vengono allenati male”. 

La analisi è diventata più politica quando poi Laporte, tecnico del Tolone e candidato al vertice della Federazione francese per le prossime elezioni 2016, ha chiesto le dimissioni del Presidente della Federazione chiamando in causa fatti specifici della gestione federale transalpina, dicendo che la colpa non può essere solo dell’allenatore e cercando invece di salvare il Top14.

Uno scontro vivace quello francese, fatto anche di contenuti politici ma senz’altro uno scontro fra due visioni della crescita della pratica sportiva sul territorio francese, un dibattito magari aspro ma vivo.

In Italia invece il silenzio o quasi, comunque in genere nel nostro paese vale il “qui tutto bene”, nessun problema; quelli che si sono spesi raccontando le disgrazie del nostro rugby e la fila di errori maturata in questi anni sono stati giornalisti, campioni dello sport del passato e molto è venuto dal web, incluso questo modestissimo spazio, ma dalla Federazione e dai suoi associati il silenzio.

Uno fuori dal rugby si è speso, il Presidente del CONI Giovanni Malagò di fronte alla brutta eliminazione della nostra Nazionale ha detto:” Serve un serio esame su ciò che c’è da fare per il futuro” e la dichiarazione dice già moltissimo sul pensiero del CONI riguardo la gestione della FIR:

Nel silenzio del mondo del nostro rugby ci ha pensato il Presidente federale a riempire il buco con una conferenza stampa nella quale ha detto tutto ed il contrario di tutto ma sicuramente che il Mondiale è andato bene. Gavazzi ha girato la sua ruota da gran pavone, si è fatto i complimenti , si è promosso, ha dato la colpa di eventuali problemi al suo predecessore, ha confermato che ha grandi cose in mente, ha raccontato che tutto è a posto ed ha pure presentato nuove iniziative per il futuro del nostro sport usando, come il suo solito, affermazioni di tipo padronale, uno stile da uno solo al comando, come se tutto dipendesse solo da lui, che tutto il rugby è solamente lui. Oltre a lui non c’è altro.

Sia dopo la fine disastrosa del nostro Mondiale sia dopo il rilascio di queste dichiarazioni da parte di Alfredo Gavazzi i Presidenti delle Società, i Coach delle squadre, i Presidenti dei Comitati regionali, i Direttori Sportivi di Eccellenza e di Pro12, i Dirigenti della FIR, i Consiglieri  Federali e quanti fra i tesserati FIR avessero autorevolezza per farlo hanno completamente taciuto.

A questo punto toccherebbe scrivere un commento che giri intorno alle sensazioni avute a seguito delle dichiarazioni di Gavazzi e su tutto il silenzio che c’è intorno ma non ci si riesce, come si commenta lo sgomento?

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