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AZZURRI

ITALIA, L’UNDICI OTTOBRE E’ TUTTO FINITO. I’M SORRY.

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Andare ad un Mondiale con un obiettivo, arrivare ai quarti, e scoprire per strada che non era vero, che erano tutte menate, che non ci credeva davvero nessuno, che ci bastava vedere Parisse giocare ad un terzo della forma e parlare in spogliatoio al posto di  Brunel, ci bastava vedere la Nazionale giocare a rugby decentemente e saremmo stati tutti sufficientemente felici.

L’Italia non ne prende abbastanza con l’Irlanda, cioè le prendiamo ma non quante ce ne aspettavamo, gli Azzurri non sbagliano tutto quello che ci avevano abituato a veder sbagliare e si comportano con tenacia con i figli dell’isola tutta verde ed allora si dovrebbe anche sorridere? E’ vero che la nostra Nazionale è stata una cosa buona nel match contro quelli in verde ma esce sconfitta che è l’unica cosa che vale quando contano le classifiche, perde la partita e matematicamente anche i quarti di finale. Gli Azzurri si sono comportati bene contro un avversario che ha amministrato il risultato, conscio che per lui la storia non finiva li, che non si doveva procurare altro che i quattro punti, evitando infortuni, diminuendo al minimo i punti di sutura. L’Italia perde partita e qualificazione ma non chiude nemmeno la classifica, bisogna adesso vincere con la Romania per arrivare terzi e garantirsi l’accesso al prossimo Mondiale, c’è ancora da sudare per portare a casa un obiettivo che alla partenza non era tale, era scontato.

Qualcuno vorrebbe per tutto questo si gioisse, struggente il Pierantozzi di SKY che, di fronte al risultato di Italia-Irlanda sprizza soddisfazione come un bambino davanti alla Nutella, eccolo il rugby italiano che si strapazza di coccole di fronte all’effimero, come una Georgia qualsiasi, come un Canada sconfitto ma non piegato da una del Sei Nazioni. E’ una nuova dimensione, non siamo più alle sconfitte onorevoli, ora è un disastro mancato che ci dovrebbe bastare per essere sereni. Perdere senza sfracellarsi: evviva!

L’undici ottobre l’Italia gioca la sua ultima partita di questo RWC2015, ci siamo fermati ancora una volta, nessun passo avanti anzi, rispetto all’ultimo mondiale siamo andati peggio perchè non siamo mai stati in gioco. Non abbiamo scoperto adesso che Brunel non ha in mano la squadra, non abbiamo scoperto adesso che non esisteva un progetto azzurro, non abbiamo scoperto adesso che le altre del Sei Nazioni sono diverse spanne sopra di noi. Abbiamo incrociato le dita sperando che le dichiarazioni stampa del circo azzurro, sempre tutte belle e positive, avessero davvero un fondamento. Non era così.

Del Sei Nazioni come noi solo l’Inghilterra soccombe, il suo Coach, Lancaster chiede scusa,  “I’m sorry” dice all’Inghilterra ovale, ammette il fallimento. Anche noi ci meritiamo il nostro “scusa” e non importa se con l’accento francese del Midi-Pirenei o con pronunciato accento bresciano, vanno bene che arrivino tutti e due. Tanto per essere realisti.

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