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MEDIA & SPORT

IL RUGBY IN TV : L’ESCLUSIVA DEL SILENZIO

Antonio Raimondi e Vittorio Munari, le voci del rugby ora su DMAX

Antonio Raimondi e Vittorio Munari, le voci del rugby ora su DMAX

Raimondi-Munari sono da  anni la voce del rugby, ce lo raccontano insieme almeno da oltre quindici anni, fa strano persino sentire la voce dell’uno senza il sottofondo dell’altro, hanno fatto molti Mondiali insieme ma questo del 2015 li ha colti fuori da SKY che intanto si era aggiudicato l’esclusiva. I due si erano piazzati già dal 2013 su DMAX il canale del gruppo Discovery che porta in chiaro il Sei Nazioni ed i Test Match della nostra Nazionale ovale.

Se Sei Nazioni e Test Match vanno infatti in chiaro su DMAX, i Mondiali e la coppa europea vanno sulla piattaforma criptata di SKY, il Pro12 di Zebre e Benetton su RAI Sport ed idem un match di Eccellenza alla settimana. Per tutti questi appuntamenti ci sono tante altre voci che ci parlano di rugby, ad esempio Pierantozzi, Fusetti, Molla su SKY, Palanza e Gritti su Mamma RAI e Piervincenzi che ha provato qualche volta a far tirare il fiato ai due leader di cui sopra su DMAX.

Tanti nomi e tante energie disperse su tre network diversi, tutti fanno rugby ma tutti in maniera e con obiettivi diversi, il rugby italiano fa da spezzatino ad una fame ovale che, complici gli scarsi risultati sportivi, scema un po’ nel tempo ma fa comunque contenti palinsesti altrimenti poveri di contenuti “veri”.

Tanti nomi e tante energie sparsi su tre canali diversi, non tutti ugualmente raggiungibili, quello criptato perchè limitato a chi paga il collegamento, gli altri perchè vittime della copertura territoriale tutt’altro che capillare che il Digitale Terrestre si trascina dietro nel nostro paese.

Tre diverse reti  che programmano il proprio rugby ignorando completamente quello programmato dalle altre, SKY ben attenta a non parlare del rugby del Sei Nazioni, la RAI ben attenta a non citare mai i Mondiali e via così. La televisione di Discovery ha invece una posizione ancora più difficile, l’unico sport che programma è il solo rugby che vive i suoi appuntamenti annuali come un pesce fuor d’acqua in una programmazione fatta di reality, fiction e documentari made in USA.

Tutte le voci del rugby di cui sopra vivono allora il proprio spazio senza poter affrontare il rugby globalmente, l’ordine di scuderia impone loro il silenzio sulle attività dei colleghi, ad ognuno la sua esclusiva, guai portare acqua al mulino altrui. Come se il rugby non fosse una cosa sola, come se parlarne globalmente non accrescesse il valore di tutto, anche e soprattutto il proprio.

In questo panorama un po’ cupo c’è una piccola novità ma non è per forza un fatto solo positivo. Orfano di telecronaca Antonio Raimondi lascia infatti sul web un paio di video ogni settimana, parla della sua vision su questi Mondiali, sempre pragmatico ed accattivante. La stessa cosa fa Vittorio Munari, i suoi video sul web sono una esclusiva de “Il Gazzettino”, anche lui c’è e ci racconta cosa ha visto, come la pensa, anche lui, come per il suo amicone Raimondi, i Mondiali li vede su SKY ma non si esime dal parlarne. Nemmeno il duo Raimondi-Munari, il più autorevole del nostro rugby, è però riuscito a strappare una vetrina sul proprio canale per parlare di un evento ovale che non era programmato dalla propria rete, nemmeno per i Mondiali, neanche loro sono riusciti a rompere il brutto incantesimo del silenzio di rete.

La prossima volta che si firmano contratti di esclusiva per i diritti tv del nostro sport sarà bene ci si ricordi di cancellare dai contratti di questi network questa “esclusiva del silenzio”, è un passo avanti difficile ma che si può tentare.

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