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FORZA RUGBY

IL MEDIANO DI APERTURA: LA TESI DI LAUREA DI ANDREA MARCATO

Andrea Marcato con la maglia della Nazionale

Andrea Marcato con la maglia della Nazionale

Una carriera in campo su e giù fra il Petrarca, noblesse oblige, e la Benetton, con una parentesi felice in provincia di Brescia, sedici caps in Nazionale e magari se ne potevano fare anche qualcuno in più ma Berbizier ci aveva creduto un po’ meno del sudafricano Mallett. Andrea Marcato classe ’83 è un padovano doc, un tipo misurato, senza eccessi, mediano di apertura in campo e nella vita.

Adesso l’Andrea, tornato a casa già nella gestione Moretti, gioca nel Petrarca di Cavinato ma il coach trevigiano lo ha voluto al suo fianco anche come assistente, preparerà i petrarchini sugli skills, sarà allenatore-giocatore, insomma resterà in campo e questa è una gran bella notizia che di talenti persi in giro ce ne sono già abbastanza.

Capita però che il Marcato in questi anni abbia voluto fare i conti con la propria vita, come dovrebbe sempre fare un bravo rugbista, ad abbia terminato gli studi con successo laureandosi in Scienza Motorie. Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus !

Tesi di laurea obbligata per Andrea sul ruolo del mediano di apertura (Relatore il Prof. Giorgio Sbrocco), lui stesso dice nelle prime righe “ho ritenuto quasi “doveroso” trattare in maniera sistematica ed approfondita le caratteristiche tecniche di un ruolo che ha segnato la mia vita sportiva e che, nel gioco moderno, ha assunto valenze assolutamente prioritarie”. La sua tesi è un un testo semplice, realistico e decisamente moderno, una lettura più che interessante che potrete leggere anche voi semplicemente scaricandolo da questo link (Tesi di Laurea Andrea Marcato)

Senza addentrarsi in panegirici piace scaricare dalla Tesi di Andrea tre dei molti concetti e delle molte analisi che contiene; sono tre strumenti che ci possono far immediatamente riflettere, magari adattandoli alle situazioni che preferiamo, vicine e lontane.

Il primo spunto interessante deriva dal fatto che la Tesi si fermi ad analizzare, a fianco del ruolo del mediano di apertura, più brevemente anche il mediano di mischia perchè “…i due mediani devono conoscersi, rugbisticamente parlando devono “utilizzare la stessa lingua”, capirsi con un solo sguardo o un lieve cenno, sono due ruoli così complementari che questi giocatori devono avere un forte feeling…“, del resto “…prima del rilancio di gioco, il mediano di apertura comunica la scelta offensiva al suo mediano di mischia in modo che faccia da tramite a tutti gli uomini del pacchetto…”. Un principio di integrazione totale che sposa la tesi del gioco non solo in equilibrio ma prima di tutto integrato, potrebbe sembrare un “Forza Wilkinson”, certo è meno vicino ad un Quade Cooper.

Una seconda evidenza è come la Tesi sia “costretta” ad evidenziare, nell’ambito del gioco moderno il fattore velocità. “Il rugby moderno sta evolvendo soprattutto in termini di velocità di gioco.L’attacco deve creare e mantenere il disequilibrio difensivo attraverso la scelta e l’esecuzione del gesto tecnico fatto in maniera pertinente e reattiva. Il giocatore che ha la palla deve gestire questa sempre secondo il principio di utilità…”. La domanda allora è, sarà più la velocità o la fisicità a cambiare il nostro sport?

Il terzo spicchio che ci piace far risaltare è facile ma tutt’altro che scontato. “Il moderno mediano di apertura nel rugby internazionale deve essere un buon placcatore e deve inoltre saper svolgere con sicurezza la fase difensiva e non solo quella offensiva…L’obiettivo della difesa è sempre di “attaccare il possesso avversario” per recuperare il pallone e fare la meta.”  Si placca in quindici, nessuno escluso, filosofia non così nuova come si potrebbe pensare, sicuramente non nuova per il mediano di apertura spesso votato in passato più ad un ruolo di attacco nella economia di un match.

La conclusione la lasciamo a due righe scritte da Andrea nell’epilogo della sua Tesi:”Nelle squadre di alto livello tutti, ma proprio tutti, devono essere in grado di “fare”, nel senso di progettare, elaborare, pianificare, eseguire ad alta intensità, praticamente tutto….in un rugby che ormai viaggia stabilmente sulle lunghezze d’onda del “gioco per posto”, perciò sempre meno su quelle del “gioco per ruolo”. 

Grazie Andrea e sincere congratulazioni. Forza Rugby !

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