Connect with us

AZZURRI

LA NAZIONALE INSTABILE DELL’UOMO DELL’EQUILIBRIO

jacques-brunel_2121891b

Jacques Brunel

Allora il ciclo è già finito, esaurito in tre anni di sofferenze, la nostra Nazionale arriva ai Mondiali in fase di dismissione invece che in fase di maturità ed è il messaggio di Orquera che la dice lunga su questa cosa. Orquera saluta la Nazionale, lo fa attraverso i Social, un messaggio bello e puro che dice di fatto “Brunel non mi convocare, io ho chiuso con l’Azzurro, prenditi i giovani che ce ne sono ed anche di bravi”. Poi fa pure qualche nome.

Adesso ci sta davvero bene un grandissimo “grazie” a Luciano ma non ci si può fermare qui.

La prima deduzione è sovrana e pure banale, Jacques Brunel si appresta a giocare i Mondiali con una serie di giovani impressionante o comunque con a carico un gruppo di ragazzi con poca esperienza internazionale e alcuni pure con scarso minutaggio nelle gambe. Violi, Padovani, Bacchin, Ragusi, sono solo alcuni dei nomi che potrebbero venire convocati e che riempirebbero i buchi che Brunel ha creato fin qui ma in quattro anni non ha riempito. Bravissimi ragazzi, non fraintendiamoci, ma al Mondiale si arriva con una formazione Top non con i prospect per il prossimo, specialmente se il prossimo non lo fai tu.

Per un Orquera che se ne va due senior che hanno già lasciato il campo ma che potrebbero essere convocati: Mauro Bergamasco ed Antonio Pavanello. Il primo ha pure già fatto il gran saluto nell’ultimo match delle Zebre, il secondo ha pronta la scrivania da DS alla Benetton Treviso salvo, appunto, convocazione in Nazionale. Poi abbiamo Castro e Mclean che stanno  cercando una squadra per il prossimo anno, per non parlare di tutti i potenziali Nazionali che tornano a Treviso dopo un solo anno in giro per l’Europa.

Ragazzi con poca o nulla esperienza fra i potenziali convocati, senior che rinunciano ad un passo dal Mondiale, altri che chiudono con il rugby ma aspettano giusto la Nazionale, giocatori senza fissa dimora, potremmo andare avanti così per ancora diversi casi ad evidenziare la situazione di sostanziale instabilità in cui versa la nostra Nazionale ad un passo dal Mondiale.

Tutta questa confusione è davvero paradossale per un Coach, Jacques Brunel, che era arrivato qui discettando di “equilibrio”, che ha pontificato sul ruolo delle “franchigie” come fattore di stabilità, argomentando sulla evoluzione del gioco europeo. Il genio francese ha fatto flop, ha sbagliato prima di tutto la programmazione, poi non ha inciso in nessun modo sul movimento e sulla sua crescita, Brunel di fatto ha solo esaurito il ciclo di Mallett e, quando questo si è chiuso, ha navigato a vista, da gran politico, probabilmente più attento ai consigli federali che ad attuare un suo progetto, lo avesse avuto.

Già, il Brunel. Chi lo ha visto sui campi di Eccellenza a cercare talenti? Chi lo ha visto a Treviso a vedere le partite di Pro12 che in teoria dovevano essere un suo appuntamento fisso? Per non parlare del suo silenzio quando il Presidente Federale ha attaccato i giocatori della Nazionale, i “suoi” giocatori,  sulla questione dei compensi per i Mondiali.

L’unica speranza per il rugby italiano sono i nostri ragazzi in campo, il loro orgoglio, la loro determinazione ed il loro attaccamento alla maglia. Su questo potremmo essere pronti a scommettere e poi vada come vada.

Su Brunel è ora ci si tolga un sassolino dalla scarpa. Se il francese doveva arrivare con così tanti prospect al Mondiale allora un anno fa si poteva mandare a casa anche lui, lo si poteva fare addirittura anche dopo l’ultimo Sei Nazioni, se si doveva aprire una parentesi nuova allora perchè usare il mestolo vecchio? Va bene, sono discorsi ormai andati, buttiamo via tutto e guardiamo avanti. Forza Azzurri. 

.

More in AZZURRI