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QUESTIONE D'ELITE

RUGBY SPETTACOLO ED ECCELLENTI GRADINATE VUOTE

petrarca sanson rovigo 1977

1977 – Padova Stadio Appiani , Petrarca Rugby Vs Sanson Rovigo si gioca di fronte a 18.000 spettatori

Lo sport non esiste per essere guardato ma per essere giocato, quando poi diventa oggetto di visite da parte di spettatori si parla di sport-spettacolo ma, opinione radicatissima in chi scrive, la spettacolarità dello sport, quindi anche nel nostro rugby, non risiede nella categoria più alta e decresce al decrescere della categoria ma nella adesione delle squadre coinvolte ad un “modello” che rispecchi la categoria di appartenenza.  Tutto il rugby è spettacolo, sia la Champions Cup che la Federale 2 francese, la nostra Eccellenza o la seconda categoria inglese, la Championship.

Avete mai visto una partita di rugby Under6? E’ meno spettacolare di una di Under12? Una di Under12 è per forza meno interessante di una Under16? La regola è che ogni tipo di gesto atletico ha una sua spettacolarità. E’ la uniformità del livello di gioco fra le squadre contendenti e non il livello in se a determinare la spettacolarità.

Arrivati qui, anche se per sommi capi e non con il reale approfondimento che l’argomento merita, tocca ora alla domanda che ci riguarda: perchè le tribune del nostro campionato di Eccellenza sono praticamente vuote? Rovigo, Società record in termini di pubblico, non arriva a duemila persone a match, Padova fa poco più di mille, sono ben distanti dal migliaio gli spettatori dei Campioni d’Italia, quelli del Mogliano e quelli del Viadana viaggiano fra i seicento e gli ottocento, così a San Donà o sul campo delle Fiamme Oro.

Insomma non c’è gente che va a vedere al partita di Eccellenza soprattutto se paragonato ai tempi trascorsi e più si va indietro nel tempo più il divario si fa alto. Come è possibile avere settantamila persone a vedere l’Italia all’Olimpico e poi il nulla sui campi di Eccellenza?

Alcuni risolvono la cosa appellandosi al livello tecnico, viene da sorridere perchè in Italia quelli che sanno distinguere il livello tecnico di una squadra di rugby allo stadio ci vanno già e ci continuano ad andare, vanno a vedere Eccellenza, Serie A e Serie B e, se hanno un amico che ci gioca, anche la Serie C.

Allora si dice che le franchigie hanno rubato pubblico ed interesse. Treviso ha vinto gli ultimi scudetti italiani facendo il campionato davanti a cinquecento spettatori casalinghi, ora a Monigo in Pro12 si va mediamente di poco sopra i tremila. A Parma sono davvero pochi, spesso non arrivano a duemila nonostante i Tabellini di fine partita siano densi di ottimismo ma palesemente ignoranti in matematica.

Certamente il Campionato di Eccellenza deve migliorare il suo livello tecnico ma da solo non basterebbe a portare altri numeri allo stadio. Per raggiungere questo obiettivo è necessario che lo stesso Campionato sia “visibile”, rappresenti l’immaginario che il pubblico vuole vedere, accenda curiosità e sia portatore di rivalità e Valori positivi trasmissibili, innanzi tutto però deve essere una contesa, deve essere competitivo.

E” fondamentale che sia percepito il suo livello competitivo, non è ammissibile avere un campionato di dieci squadre a tre velocità, non ha alcun senso, questo è il primo elemento disgregatore della nostra Eccellenza. Il livello tecnico della Eccellenza deve migliorare ma deve essere il più possibile uniforme fra tutti i contendenti, nello stesso Campionato non si possono gestire dieci squadre con tre livelli diversi di approccio: quello iper-dilettantistico, quello semi-professionistico, quello professionistico. La cosa ancora più grave è che questo non vale solo per i giocatori ma prima di tutto per i tecnici ed i loro staff. In una dimensione sportiva seria tre livelli di approccio hanno tre diversi Campionati ed ognuno ha la sua diversa uniforme spettacolarità.

E’ assurdo pensare che su cinque match della Giornata di Eccellenza che si giocavano quest’anno almeno due di questi, a volte anche tre, avessero esito già scontato, anzi scontatissimo, è assurdo che solo un match per ogni giornata rappresentasse un discreto livello di incertezza nel risultato. Dov’è in questo lo spettacolo?

Ogni “livello” deve avere un suo Campionato e questo, paradossalmente, vale in Italia molto di più in Serie A che non in Eccellenza.

Ecco un motivo valido per cui le gradinate sono vuote, ecco una spina nel fianco nel Campionato di Eccellenza: la sua stessa costruzione ed organizzazione è il problema. Pensiamoci bene.

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