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QUESTIONE D'ELITE

CALVISANO, SINDROME DA STRESS?

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Una fase di gioco dell’ultimo match fra Rovigo e Calvisano

Lo abbiamo già scritto, non deve essere per nulla facile giocare nel Rugby Calvisano. Circondati da prestigiose attenzioni, vezzeggiati da arbitri e da dirigenti vari, destinati a coccolare, volenti o nolenti, giovanotti destinati a “ben più altolocati lidi” e poi, come se non bastasse, pure campioni d’Italia.

I Coach che passano per Calvisano sono destinati a carriera sicura, questo è un fatto. Dicono invece gli inascoltabili malevoli che quando chiamano un ragazzo per farlo giocare con loro non gli dicono “vieni al Calvisano” ma una cosa tipo ” lo sai chi comanda alle Zebre?”.

Calvisano è la frontiera dei “federali”, una per tutte: hanno un campo sintetico pagato tutto dalla FIR ma non si sa come e perchè. Chiaro che poi, quando atterri in giro per l’Italia qualche fischio te lo prendi e magari anche qualcuno di più.

Poi c’è il campo di gioco, i ragazzi in giallonero ce la mettono tutta ma quel che si vede non è sempre stellare o almeno non lo è quando incontrano gli avversari più attrezzati. Calvisano è una squadra tutta esperienza,la meno giovane del campionato, gioca di potenza più che di fioretto, una mischia potente gestita sempre al limite del consentito, gli inserimenti di trequarti sono più fisici che veloci, l’attesa dell’errore avversario e un must  che i gialloneri coniugano soprattutto con una propria reale scarsità di errori personali e molte vittorie sono costruite così. Si chiama appunto “esperienza”.

Calvisano ha perso tre partite, due con Rovigo e una con Mogliano, ovvero le tre partite fino ad ora giocate con le due squadre con le quali condivide la testa della classifica, la prossima con Mogliano è alla penultima giornata della stagione regolare.

Calvisano ha giocato a Rovigo lo scorso fine settimana ha raccolto un cartellino rosso, Samuel Panico, per una testata a Ferro, ma soprattutto ha raccolto una ulteriore citazione presso il Giudice Sportivo da parte del Rovigo per il comportamento del tallonatore Ferraro reo di due interventi pesanti contro Ruffolo prima (spallata) e più tardi contro Van Niekerk (stamping), entrambi a gioco fermo. Si chiama “gioco violento”.

Non è la prima volta che il Calvisano va in campo e si lascia andare a nervosismo esagerato, a Padova ne sanno qualcosa. Qualcuno dice questo accada perchè è difficile essere la squadra del “capo”, qualcuno invece dice che accade proprio perchè sono la squadra del “capo”. In tutti i casi quelli che devono parlare sono i risultati del campo  dal quale sale troppo stress e ben poca serenità.

Il Calvisano è in testa alla classifica con Mogliano e Rovigo, rimane il favorito per la vittoria finale, ma ha un deficit evidente di lucidità mentale, ha tempo per rifarsi prima dello sprint finale ma resta il fatto che sarebbe ora tornasse ad essere una squadra “normale”. Forse è un desiderio molto sentito anche a Calvisano.

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