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PARI E PATTA: ECCELLENZA SENZA LEADER

ECC GIORNATA 13

 

“Il match non è stato tecnicamente dei migliori” parola di Presutti uscito da un derby vinto con la Lazio grazie anche ad un 8/8 al calcio piazzato di Nicola Benetti ma con, a dispetto dell’ampio risultato, una sola meta realizzata, esattamente come gli avversari più “fragili al piedi (Gerber 4/6) e meno scaltri nel “procurarsi” i falli avversari.

E’ questa mancanza di profilo tecnico che, in generale, poco rassicura gli osservatori di questo nostro Campionato di Eccellenza, l’osservazione del Coach dei cremisi a fine partita non vale solo per se, è in genere una costante di un campionato che si sta involvendo sempre di più verso una condizione tecnico-tattica assolutamente sotto ogni media, un campionato che non ha motivo di alzare il livello e qualunque altra asticella, sono troppi quelli che giocano l’Eccellenza ma hanno l’occhio altrove.

Così nemmeno il match clou di Rovigo riesce ad avere un profilo tecnico superiore, il cartellino rosso a Panico non c’entra nulla, quello c’era punto e stop, è il resto che poi non è stato sufficiente a giustificare la posizione di classifica. Non si può giocare solo un tempo e dirsi soddisfatti, non siamo a settembre, Frati punta sulla velocità? Allora si accerti di saper mantenere il ritmo per ottanta minuti altrimenti la missione è fallita. Così cresce un Campionato, continuare ad accontentarsi a cosa serve? Qui però si torna al punto di prima, quale è lo stimolo per alzare davvero l’asticella? Dove sono le risorse per farlo? Comunque Rovigo strapazza Calvisano per la seconda volta quest’anno, adesso pare sia tutto solo una questione da play off.

A Rovigo si alza una bandiera, va segnalato perchè  è una di quelle cose che meritano la foto in Club House, che si prende una birra e si raccontano storie belle, cose che seminano buonumore:  Stefan Basson ha festeggiato le 150 partite con la maglie del Rovigo. Prosit.

Nervosi con scarsi motivi a Mogliano ma, si sa, quando difettano i buoni esempi può anche accadere così. Una gara mal diretta si frantuma nel secondo tempo sulle ali dei cartellini gialli mentre dalle panchine arrivano gli echi di personalismi esasperati. Primo tempo di marca moglianese che fa suo possesso e spazi, gestisce bene ed in velocità la palla e lascia i padovani a secco del supporto della loro arma principale: la mischia. Il Mogliano è bello da vedere, gioca e fa spettacolo, muove la palla alla mano e si rende irreperibile sul campo, alla fine della partita su una sola cosa forse avrà ragione Properzi quando dirà “Ma qual’è il gioco del Petrarca?“. Nel secondo tempo il Mogliano resta negli spogliatoi, il Petrarca prova ad innescare la miccia del sorpasso ma il Mogliano, pur spento, un problema non ce l’ha: il possesso. Ci pensa infatti il piede dell’apertura padovana a restituire regolarmente, insistentemente e senza alcun senso, la palla agli avversari con bellissimi calci tanto alti  e tanto lunghi quanto inutili. Molto di più di una noia mortale, un suicidio. Alla fine il risultato è davvero quello giusto, Mogliano abbraccia una vittoria che aveva tentato di buttare via, il Petrarca si guarda e non capisce, #maiunagioia.

Alla fine del match il Petrarca presenta ricorso, Properzi distratto non avrebbe tolto un uomo dal campo chiedendo le mischia no-contest, Properzi dice che ha fatto come dice l’arbitro, per una volta l’omologazione di gara ha il sapore del thriller.

C’è però ancora una cosa che arriva dalla partita di Mogliano, una di quelle che si preferirebbe mettere sotto al tappeto insieme alla polvere ma davvero oggi non si può. Un brutto infortunio a Nicola Gatto ad opera di un pessimo placcaggio di Conforti esaspera i toni nelle panchine, e, tramite loro, la tribuna. Sono i due Coach a sbagliare tutto, Moretti è il primo a sbagliare quando si gira verso il pubblico e gli risponde a tono, Properzi invece si scaglia ripetutamente contro giocatori e Coach avversari esasperando toni e modalità, ma, per fortuna, in campo prevale la maturità ed i giocatori alla fine sono i veri esempi della giornata. Cose fra Coach, forse frutto di altre ruggini che era meglio qualcuno lasciasse a casa. E’ però Properzi a stupire oltre ogni limite, il suo incedere continuo per tutto il match nell’apostrofare la panchina avversaria fa di lui, per una volta, il peggiore in campo e l’artefice di rivalità e tensioni sproporzionate, saper far produrre ai propri giocatori un buon gioco in campo merita atteggiamenti coerenti in panchina altrimenti potrebbe non bastare. Per una volta ne siamo certi, non è sempre tutta colpa dell’arbitro.

Pari e patta in cima alla classifica, il campionato si fa interessante? Solo per la quarta posizione, San Donà sogna il colpaccio ma davanti ha qualche ostacolo ingombrante, per quelli del Piave è il momento: se ci siete è adesso che tocca battere il famoso colpo.

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