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AFFARI ESTERI

GLI INNI DEL SEI NAZIONI: DALLA MAGNIFICA REGINA AL DOLCE CARRO MADE IN ENGLAND

englandfans

Il canto iniziale degli inni prima di un match internazionale rappresenta uno dei momenti di maggior pathos e di grande emozione del nostro rugby, uno dei momenti in cui l’appassionato di rugby crede fermamente e si distingue. In sintonia con CARIPARMA ed in appoggio alla iniziativa “Canta l’Inno con la Nazionale” che lo sponsor degli Azzurri ha promosso, Il Nero Il Rugby vi propone una serie di appuntamenti dedicati agli Inni del Sei Nazioni. La scorsa settimana è toccato all’Irlanda oggi all’Inghilterra. 


“God Save the Queen”, che cambia in  King al cambio di sesso del monarca, è l’inno degli inglesi, in verità però, come capita spesso alle questioni di questo popolo, è un inno per consuetudine, così come lo sono molte regole e leggi di convivenza sul suolo di Sua Maestà.

Il canto è un richiamo alla magnificenza del re/regina, il solo testo iniziale, unico pezzo cantato anche negli stadi del nostro mondo ovale, significa: Dio salvi la nostra graziosa Regina, lunga vita alla nostra nobile Regina ,Dio salvi la Regina! Donale la vittoria, la felicità e la gloria, possa regnare a lungo su di noi, Dio salvi la Regina!

Non fossero intervenute, per ben altri motivi che non lo sport, le fantasie musicali e le voglie identitarie di molti popoli gli inizi di molte partite di rugby sarebbero oggi una noia mortale perchè “God Save the Queen” è stato inno di oltre cinquanta paesi al mondo e fra questi il Sudafrica dove è stato sostituito da “Die Stem van Suid Afrika” negli anni sessanta, la Nuova Zelanda dove è stato affiancato da “God defend New Zealand” solo negli anni settanta e poi Tonga, Samoa, Fiji, Canada e moltissimi altri.

Tutti i paesi del mondo che si riconoscono nel Commonwealth e che riconoscono il monarca inglese come loro massima istituzione hanno ancora “God Save the Queen” come proprio inno, segno tangibile della dominazione inglese nella storia, o è ancora uno dei due inni ufficiali in qualità di marcia reale. E’ così che un inno di provenienza dubbia, è stato suonato la prima volta il 28 settembre 1745 ma non si è sicuri sulla sua paternità, è diventato l’inno più antico e più suonato del mondo.

E’ anche l’inno più sbeffeggiato, specialmente negli anni caldi del novecento fu preso di mira da molti cantanti più o meno rivoluzionari; finirono in galera i Sex Pistols per una esibizione pubblica in cui interpretarono una “loro versione” parecchio denigratoria, Freddy Mercury si fece “regina” interpretando “Killer Queen” e negli anni ottanta l’ultimo potente attacco a”God Save the Queen” fu portato da Steven Patrick Morrissey, cittadino di Sua Maestà ma, prima di tutto, leader degli Smiths. L’apparizione musicale più emozionante di quegli anni per “God Save the Queen” fu quella regalata del grande Jimi Hendrix, che, nel 1970, fece alzare in piedi il pubblico dell’Isola di Wight sulle note dell’inno interpretato dalla sua sola chitarra.

“God Save the Queen” è cantato dagli inglesi del rugby con grande orgoglio a Twickenham ed ovunque, per loro è un inno più che mai adatto al nostro sport, ricorda la grandezza ed il dominio inglese su mezzo mondo, isole britanniche incluse, è quindi perfetto per ricordare soprattutto agli irlandesi e poi a scozzesi e gallesi chi comanda davvero.

Nonostante questo però allo stadio, quando l’Inghilterra ovale è vicino alla sua impresa, risuona spontanea dal pubblico ben altra melodia, si chiama  “Swing Low Sweet Chariot, un bellissimo spiritual afroamericano.

“Swing Low Sweet Chariot” fu scritta circa nel 1862 da Wallis Willis, un afroamericano Choctaw liberato dalla schiavitù; fu intonata da un gruppo di studenti della Douai School la prima volta in occasione della partita dell’Inghilterra contro l’Irlanda nel Cinque Nazioni del 1988. Gli inglesi vinsero incredibilmente quella partita e “Swing Low Sweet Chariot” accompagnò ogni meta o “quasi meta” di quell’incontro. Da quel giorno è questo pezzo musicale così intenso e così “poco inglese” il motivo più vero e più caldo del popolo inglese del rugby.


CARIPARMA

In occasione del Torneo 6 Nazioni, il Gruppo Cariparma Crédit Agricole, main sponsor della FIR – Federazione Italiana Rugby, lancia un concorso a premi su Facebook. In palio, oltre a biglietti per assistere alle partite Italia vs Francia e Italia vs Galles, anche la possibilità per 15 appassionati della palla ovale di cantare l’Inno di Mameli al fianco degli Azzurri, prima del fischio d’inizio. Per partecipare al concorso “Canta l’Inno con la Nazionale” è sufficiente essere fan della pagina Rugby Cariparma Crédit Agricole e accedere alla app creata appositamente per il contest. Si tratterà i creare la propria squadra virtuale di rugby, invitando 14 amici. Con una estrazione verranno selezionati i 30 fortunati che saranno ospiti alle partite degli Azzurri contro Francia o Galles e che avranno l’onore di intonare l’Inno con la Nazionale.

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