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FIR E DINTORNI

ANCHE SE ADESSO PROCEDIAMO CONTROVENTO … IL RUGBY NON SI FERMA

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Photo “I lean against the wind” by Radu Voinea

I titoli dei giornali, il giorno dopo la terribile sconfitta dell’Italia contro l’Irlanda, erano un Calvario.  Sulla Gazzetta dello Sport capeggiava “La solita Italia sempre al verde. L’Irlanda ci stende“, il Corriere dello Sport con il suo “Povera Italia, fare muro non basta“, su TuttosportEccesso di difesa, Italia piegata“, “L’Italia si inchina all’Irlanda del tiki taka” diceva il Corriere della Sera che nel sottotitolo richiamava un “avversari superiori in tutto…“, per la Repubblica un impietoso “Solita Italia del rugby travolta senza mete“, Il Giornale scriveva “Italia imbarazzante e soliti schiaffoni“. Su La Sicilia il titolo faceva riferimento ad un episodio, un segnale importante, “L’Italrugby crolla dopo un’ora, l’Irlanda fa festa, Roma fischia“. Già, ci sono stati i fischi all’Olimpico, fischi contro la Nazionale: questa cosa delle sconfitte senza fine e delle partite giocate male comincia a stancare tutti.

Termini come “solita” o “povera” Italia che viene “stesa” o “piegata”, si “inchina”, prende schiaffoni, ma non schiaffoni qualsiasi, perchè sono “i soliti” schiaffoni,  sono il frutto amaro della lunga catena di insuccessi, non possiamo mica prendercela con giornalisti o titolisti, dobbiamo prendercela solo con noi stessi. E’ su quei termini che presto si accomoderanno i nostri detrattori, gli anti-rugby, molti di loro votati al calcio che non ci hanno mai perdonato aver sottratto loro un minuscolo angolino della scena, ci diranno che chi perde non conta, ci diranno che il nostro sport è un bluff, che non fa per noi italiani e via così.

Il problema dello sprofondare delle “quote” del rugby nell’immaginario tabellone dello sport italiano è cosa nota, è cosa alla quale partecipa pesantemente proprio quella Nazionale che dovrebbe alzarle, dovrebbe darci respiro ed aria ed invece ci fa fare ogni giorno un passo indietro.

Ad uccidere l’immagine del nostro sport è venuto anche in aiuto il “pesce in barile” di turno, ovvero il Presidente Gavazzi che ha dichiarato, parlando di  Italia Vs Irlanda Sei Nazioni 2015,  di aver visto una buona partita. Deliri di Alto Livello.

La Nazionale sulla quale la Federazione ha puntato tutto , per la quale ha sacrificato club e campionati nazionali, per la quale persino le due di Pro12  devono vivere seguendo la Nazionale, bhe quella Nazionale da troppo tempo ormai è primo artefice e specchio del nostro disastro, dei nostri problemi. Intanto il vento è girato, non piacciono più le sconfitte e non c’è più tutta quella voglia di chiamarle “onorevoli” per farsele piacere, basta anche con gli eroi azzurri che perdono ma sono “grandi” solo perchè hanno giocato la partita, adesso il vento è cambiato, non si vedono vittorie, non c’è qualità, il prodotto da vendere comincia a diventare meno appetitoso ed il vento gira, in primis sulla stampa.

Però nulla possiamo contro il vento che comincia a tirare forte contro il rugby, abbiamo puntato tutto e solo sulla Nazionale, non abbiamo altro da raccontare: la Benetton non vincerà nulla e non farà semifinali o finali, le Zebre hanno un atteggiamento che pare a tali risultati non ci pensino proprio, il massimo Campionato andrà avanti sempre in sordina, non abbiamo neanche un futuro da raccontare che la Under20 prende batoste più sonore della Nazionale maggiore.

Non abbiamo nulla da raccontare per salvare il Castello del Rugby, non abbiamo storie per far innamorare la gente e la stampa, per far dimenticare quei fischi e quei titoli,  non abbiamo appuntamenti vincenti da vendere localmente, pathos da distribuire, eccellenze da raccontare.

Eppure non si fermerà nulla, perchè le Società locali, con i giovanotti dell’allenamento nella nebbia della sera, con gli allenatori ed i loro materiali comprati a rate, con i Presidenti innamorati della loro Società, non si fermano. Il mondo dei club, bistrattato e saccheggiato, continua e continuerà a fare rugby, continua e continuerà a mettere ragazzi in campo, ad andarseli  a trovare nelle scuole e nei patronati, tutto continua. Sembrerà anche romanticismo a basso prezzo ma invece è la verità, sembrerà una musica sdolcinata ed invece è la realtà. Perchè tutto questo continuerà nonostante la Nazionale, nonostante la federazione stessa intenta al soffocamento del rugby di base.

La Nazionale perde? Non importa, il rugby non si ferma. Ormai non si ferma più. 

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