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AZZURRI

LA BELLA ITALIA DI BRUNEL: DISCONTINUA E CON QUELLA BRUTTA MACCHIA

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I sudafricani ci hanno fatto il test ed è stata una sconfitta onorevole, tutto bene anche se il ranking non ci da ragione, quattordicesimi eravamo e tali siamo rimasti, questo perchè, senza voler turbare l’euforia ma bisogna ricordarlo, sempre di sconfitte stiamo parlando, quella con il Sudafrica viene dopo quella decisamente per nulla onorevole con l’Argentina o la vittoria facile facile con una rimaneggiata e demotivata Samoa. L’Italia paga lo scotto di un anno e mezzo di errori pesantissimi , di risultati tenebrosi, va da se che il punteggio del ranking è troppo basso, siamo più vicini alla Georgia che ci sta dietro che non a Tonga che ci sta immediatamente davanti. C’è anche quella macchia scura però. 

Macchia a parte il match costruito dalla nostra Nazionale con il Sudafrica è stato davvero bello, una difesa solida, una buona capacità di spostamento del gioco e di mantenimento del possesso, una buona coralità e, fra tutto questo, delle individualità molto buone, si sono visti in campo personaggi decisamente ispirati come Castrogiovanni, lo stesso Aguero,  in seconda linea Furno e  poi il solito Zanni, è piaciuto il duo Gori-Haimona con quest’ultimo a cercare sempre di passare la linea, istinto naturale di un centro, perchè così lui gioca alle Zebre.

C’è stata però anche la sconfitta con l’Argentina, una partita che si poteva vincere, sudamericani in versione ridotta con moltissimi innesti giovani e poco avezzi al clima internazionale hanno sbatacchiato Parisse & Co cosa che, se la mettiamo nel conto insieme alla vittoria con Samoa di cui si è già detto, svela della nostra Nazionale per quello che tragicamente è : discontinua. 

Nessuno di noi è in grado di scommettere che, ci fosse stato un altro Test Match, la nostra Nazionale non avrebbe rimediato la classica pessima figura, perchè è questo il leit motiv della gestione Brunel, la discontinuità, la incapacità di confermarsi due volte di fila, basta guardare la sequenza di questi Test Match e già in uno spazio temporale così ristretto troviamo tre tipi di Nazionale diversa.

Jacques Brunel l’artista dell’equilibrio, così ci dice lui, è stato ad oggi, oltre che il campione di sconfitte,  il profeta della “discontinuità”, che lui non sia stato una nota positiva è sotto gli occhi di tutti, anche in questa direzione sono andati i pareri post-Sudafrica degli addetti ai lavori che hanno avuto parole di elogio per il nuovo allenatore della mischia De Carli e non certo per il supponente ed inconsistente francese.

Non è vero che la Nazionale italiana di rugby ha risolto i suoi problemi, è vero che ci ha regalato una grande prestazione con il Sudafrica, punto e stop, il resto ce lo diciamo al prossimo Sei Nazioni.

Poi c’è quella macchia scura che si chiama Tommaso Allan. Il ragazzo è stato mandato a casa dal ritiro con largo anticipo, cosa davvero brutta nella gestione di un giovanissimo che, fino a pochi mesi fa, era chiamato a fare il salvatore della patria, era stato sbattuto sui titoli dei giornali come promessa certa del nostro rugby. Adesso c’è Haimona e tutto va bene così, il ragazzo può andare a casa. La cosa davvero brutta, forse anche squallida, è come Brunel ha risposto alla stampa a Padova quando gli è stato chiesto spiegazioni di questo allontanamento di Tommaso dal ritiro, Brunel ha detto “Tommaso sapeva che lui giocava solo perchè c’era una mancanza sul ruolo, intanto noi abbiamo seguito da un anno Haimona che adesso è arrivato“.

Il “Discontinuo” si commenta da se.

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