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AFFARI ESTERI

IL SEI NAZIONI SI SPOSTA NEGLI USA? IRB HA UNA SUA IDEA

Brett-Gosper

Brett Gosper CEO di IRB

Oltre sessantunmila spettatori hanno invaso il Soldier Field di Chicago  sold-out per il match fra la nazionale USA di rugby contro i mitici All Blacks,per gli altri c’era la diretta sul prime network americano NBC e  lo spettacolo del rugby ha invaso gli Stati Uniti, ha affascinato ed ha raccolto, che poi è la cosa più importante, l’interesse di investitori e di geni dell’advertising, insomma è stato un grande successo e il risultato, 74 – 6, travolgente, davvero non ha contato nulla.

Un team giapponese entrerà, si aspetta l’ufficialità, nel Super XV, così anche un team argentino, la coppa del Pacifico è già stata aperta agli stessi USA ed al Canada che si sono accompagnati a Giappone, Fiji, Samoa. Tonga; piace ricordare, questa cosa però è stata dettata dal campo di gioco, che ai prossimi mondiali si aggiungerà un altro team sudamericano: ci sarà l’Uruguay.

Questi sono solo alcuni flash della volontà di espansione di IRB, della programmazione di Mr Brett Gosper, CEO dell’organismo internazionale del rugby, il gran capo del rugby mondiale ha un piano che porta ad un rugby più aperto al mondo, meno sport di nicchia, diffuso si ma nei paesi “giusti”.

Il primo pensiero vola all’Italia che pare aver avuto la propria occasione ed averla sostanzialmente sciupata ma, per una volta, lasciamoci da parte e guardiamo solo fuori. Brett Gosper infatti ha recentemente detto molto di più di quanto ci si potesse aspettare, perchè gli All Blacks sono sicuramente un veicolo di promozione del nostro sport assolutamente micidiale ma c’è anche dell’altro, ad esempio il Sei Nazioni.

Ha detto qualche giorno fa Gosper:” So che la Premiership Rugby  sta parlando per portare alcuni match del suoi grandi club negli Stati Uniti e perché no alcuni internazionali come il Sei Nazioni? Se la cosa si adatta con la visione del loro torneo il  Sei Nazioni sarebbe sicuramente interessante dal punto di vista dello sviluppo negli Stati Uniti. Tocca al Sei Nazioni dire dove vogliono giocare ma penso che sarebbe una cosa eccezionale per il nostro sport” . L’amo è lanciato, vale sia per il Campionato inglese che per il Board del Torneo europeo, il  non detto recita ovviamente di soldi, sponsor, opportunità di espansione territoriale del proprio brand e del proprio merchandising ai quali i club europei difficilmente rinunceranno e così anche certe federazioni.

Qualche partita del Sei Nazioni negli USA? L’Irlanda potrebbe essere la federazione più favorevole, da sempre quelli delle verde isola contano più parenti negli USA che nel proprio distretto locale, IRFU non disdegnerebbe accalappiarsi una fetta dei tanti americani di origine irlandese che ancora festeggiano ogni anno San Patrizio più dell’Indipendece Day. Poi ci sarebbe l’Italia anche se fa davvero strano la FIR ….. ma, l’abbiamo detto, lasciamoci da parte per un attimo.

Resta un dubbio, uno sport è come un circo? Si sposta solo per farsi vedere, gioca di città i città come fosse una carovana in cerca di denari? Insomma il rugby può diventare come la Formula Uno? Solo un po’? Per nulla? Il dibattito è aperto ma il capo ha già deciso, Brett Gosper sa cosa vuole ed il successo del Soldier Field è già una risposta.

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