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SERIE A ELITE

L’ECCELLENZA ED IL PALLOTTOLIERE IMPAZZITO

ECC GIORNATA 17

Settantuno sono troppi, così anche sessantadue e pure quarantacinque se dopo c’è lo zero.  Una giornata storta o un brutto segnale? Uno scherzo del caldo o una tragica fatalità? Il pallottoliere, in questo turno di Eccellenza, è impazzito, si sono visti risultati non degni del massimo Campionato italiano.

Calvisano, Rovigo e, udite udite, San Donà, hanno fatto a pezzi, massacrato, travolto, rispettivamente Reggio, Lazio e Capitolina.  I bresciani hanno regolato gli emiliani 45 – 0 all’andata era finita 47 -13,  Rovigo con la Lazio 62 – 26 all’andata era finita 45 – 22, poi San Donà che ha scritto il record dei 71 – 10 che all’andata era finita 31 – 11.  Che segnale trarne? Qualcuno sta tirando i remi in barca in certi appuntamenti perchè ne aspetta solo altri più abbordabili e determinanti ai fini della reale propria classifica? Impossibile vero? Non può essere così perchè vorrebbe dire che qualcuno sta onorando solo certi campi ed altri no sfalsando di fatto il campionato. Impossibile vero? Non ho voluto confrontare le formazioni o cose del genere, non ho voluto insistere in questa riprovevole malizia e  mi sono fermato schifato dalla sensazione di poter avere idee del genere, ora c’è una certezza: è stato il primo caldo. Rimane il fatto che, in tutti i casi,  i risultati dicono che ci sono tre realtà che sono letteralmente crollate che non hanno il passo, che non sono della stessa dimensione delle altre.  Brutti numeri, cattivi pensieri, ottime intenzioni, sincere scuse. 

Guardate come si fa a perdere la panchina: si manda in campo una ottima formazione che gioca contro altra di pari livello, quest’ultima rimane in 13 contro 15 e vince lo stesso. E’ successo al Mogliano, chi ha vinto sono i Cavalieri, chi ha perso il posto è Mazzariol, chi ha perso la testa è il Rugby Mogliano.  E’ pure rientrato Facchini a fare il Presidente che non pare il caso lasciare la barca in preda ad onde alte e senza capitano. Fino a poche settimane fa andava tutto bene, diciamo nella norma, poi il pandemonio ed il crollo. Mogliano è in preda ad una crisi di nervi, di quelle pericolose, mal da campionato vinto? E’ tutta colpa dell’allenatore. Mazzariol alla bisogna.

La formazione annunciata sotto osservazione per questa giornata erano le Fiamme Oro, gran match per i ragazzi di Presutti ma le partite durano ottanta minuti, farsi un nodo al fazzoletto per la prossima volta.

Il match dei cremisi con il Petrarca ha due volti. Nel primo tempo le Fiamme dominano in mischia e giocano sul punto, che rimane tutto il match comunque nel buon dominio padovano,  i petrarchini mettono già due mete frutto dell’ottimo lavoro dei tre quarti e poi non vedono più palla per mezz’ora fino allo scadere. In quella mezz’ora impazzano  Nicola Benetti e Canna, il primo farà tutti i punti delle Fiamme con un 5/5 al piede da fare invidia al numero dieci petrarchino (Mennitti-Ippolito) ancora una volta in gran confusione sia al piede che nella impostazione di gioco. Le squadre rientrano in campo per il secondo tempo e la musica cambia, il Petrarca sale in cattedra, in certi momenti davvero incontrastabile,  e macina un tempo da 22 – 0 che non lascia scampo. Le Fiamme Oro sono spente, giocano a corrente alternata, si lasciano guidare negli spostamenti e diventano troppo leggibili nelle poche impostazioni della propria mediana che scompare dalla circolazione. Oltre ai citati fanno una buona partita Forcucci, Bacchetti e  la prima linea fra i poliziotti ; nel Petrarca Morsellino su tutti, poi Middleton, Bettin e Mercanti. Chi vince ha sempre ragione ma il Petrarca spunti di riflessione ne ha eccome; le Fiamme Oro perdono il treno per i piani alti, manca ancora lo spunto decisivo, c’è ancora molta strada da fare.

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