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AFFARI ESTERI

LE COPPE EUROPEE, RINTANATE NELLA RIDOTTA SVIZZERA, UMILIANO L’ITALIA,

LUCERNA

Lucerna (CH)

Evviva ce l’hanno fatta! Trattasi di competizione europee quelle che fino ad oggi noi chiamavamo Heineken Cup (la Champions di noi ovali) e Amlin Cup (Challenge Cup in effetti, Amlin è il nome dello sponsor attuale). Insomma si sono riuniti, dopo mesi di pubbliche litigate al vetriolo, gli artisti della diatriba hanno partorito il nuovo assetto europeo. Informazioni e dettagli della cosa sono sul Telegraph on line ma il super portale Onrugby.it ne ha fatto una sintesi.

Eccolo il rugby che litiga e poi si affida alla pagliuzza nell’occhio , eccolo il rugby di quelli forti, di quelli che, per stare insieme a loro, non devi solo saper giocare a rugby, roba vecchia, ma devi giocare bene come loro. Dirà qualcuno, come dargli torto? Era normale, dirà qualcun altro, che questi si stufassero di giocare con le italiane, di partire da Parigi o Londra per portare in giro per l’Italia le proprie riserve a dare novanta punti alle italiane di Eccellenza. Come dargli torto? Il bello però è che si sono stufati pure di darne cinquanta alle nostre di Pro12.

La riforma passa per un punto fondamentale: le competizioni sono tre. Rimangono le due di cui sopra e poi una terza, una sorta di girone dell’inferno, campionatino propaganda, una cosa che sta talmente a cuore a francesi ed inglesi che, a differenza delle altre due competizione di vertice, definite nei particolari, di queste non se ne sa invece nulla. Si sa che ci finiranno le italiane di Eccellenza, poi ci finiranno giorgiani, rumeni, russi e forse iberici. Una favola! Andare a giocare partite inutili, contro avversari di infimo livello, facendo viaggi massacranti, spendendo una montagna di soldi. Tutto questo per ricevere da FIR circa quattrocentomila eurini di contributo, salta subito al naso un fastidioso dilemma: non è che quei soldi si potrebbero spendere meglio? Che interesse abbiamo a fare una coppa così?

Insomma hanno fatto la riforma, rimangono le due coppe, in quella grande, quella della birra per intenderci, ci sono venti squadre, sei inglesi, sei francesi e sette celtiche, le italiane o arrivano fra le prime sette o comunque viene garantita la presenza della loro miglior classificata; una quindi è espulsa in Challenge Cup insieme ad altre quattro di Pro12.

Le francesi e le inglesi, che hanno sempre fatto una fatica tremenda a vincere il massimo torneo continentale, hanno eliminato un po’ di concorrenza: non si può mica avere quella barca di sponsor e di soldi che hanno e poi non vincere quasi mai. Nelle ultime nove edizioni di Heineken Cup ben cinque volte hanno vinto le irlandesi del Pro12 (Leinster 3 volte e Munster 2) e solo 3 le francesi, l’ultima edizione è stata del Tolone ce ne sono due più vecchiette del Tolosa, gli inglesi non vincono dal 2006/2007 (Wasps).

I signori del soldo ovale hanno fatto piazza pulita, hanno fatto bene, anche con noi, ci hanno riservato un trattamento da pezzenti, è il risultato di una decina di anni di nostri fallimenti, la nuova gestione FIR qui ne può poco, questo è un risultato del  Dondi, di sicuro però il Presidente bresciano non ha cambiato marcia e prospettive. Forse però ha il carattere per arginare quella terza coppetta assurda e fare altro.

Fra i vari accordi che i signori del rugby europeo hanno trovato, fra formule, gironi e gironcini, campionatini di ammissione e via così, ci sono un paio di cose speciose e davvero irritabili, roba da far rivoltare nella tomba William Webb Ellis.  Non sarà più ERC a gestire i campionati ma un ente nuovo, se ne sentiva proprio il bisogno, gestito dai rappresentanti delle Federazioni del Sei Nazioni affiancati da rappresentanti dei club che militano in Top14, Premiership e Pro12 ovvero gli sponsor a controllare lo sport.

La sede di questo “nuovo ERC” non sarà più fra le isole britanniche ma in Svizzera, a Lucerna, mossa indispensabile, non se ne poteva proprio fare a meno del “territorio neutro” !! Lucerna, cinquanta chilometri da Zurigo sede della FIFA, duecentocinquanta da Nyon, sempre in Svizzera, sede della UEFA, il cattivo esempio ad un tiro di schioppo ma forse non ce n’è più bisogno.

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