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FORZA RUGBY

FRA PURISTI BRITISH ED IL SEI NAZIONI IN TV

tv

Il prossimo sabato si chiude il Sei Nazioni 2014, i tre match di chiusura si disputeranno uno in fila all’altro a partire dal primissimo pomeriggio ed andranno tutti e tre in diretta televisiva. Su questo aspetto però, riferisce il solito bene informato Rugby1823, si è scatenata una polemica con Tom Hamilton, editorialista di ESPN, che ha fatto dichiarazioni fuoco e fiamme contro le tv che, vista la loro acquisizione dei diritti televisivi con sonante moneta, hanno imposto al rugby di non giocare le partite decisive per il titolo contemporaneamente ma una dopo l’altra in modo da garantire tutte le dirette tv. Hamilton sostiene così che alcune squadre giocheranno con il risultato acquisito della avversaria e quindi potranno, poco sportivamente, farsi i propri conti. Posto che, come riferisce Rugby1823, tutti i team sono consapevoli e sottoscrittori di questa modalità, l’esistenza di un problema di garanzia di risultato assolutamente equo di fronte ad una modalità di questo tipo esiste eccome.

Garantire lo stesso punto di partenza e la identica modalità di svolgimento è una caratteristica di base di un Torneo sportivo di qualsiasi genere e, in questo caso, è evidente che la cosa ha in se una distorsione; il fatto che Francia ed Irlanda se la giochino quando il risultato dell’Inghilterra è acquisito da diverse ore rende il tutto meno “sportivo” e, in una certa forma, anche meno spettacolare.

Che fare? Il risultato di una programmazione di questo genere è la diretta conseguenza di tre elementi che si stanno radicando nel rugby europeo. Il primo è il successo del nostro sport che ha un pubblico europeo decisamente vasto, appassionato prima di tutto di questo sport e poi tifoso della propria Nazionale o del proprio team e per questo disposto a passare tutto il pomeriggio a vedere tutte e tre le partite. Il secondo elemento sono i soldi di cui il nostro rugby ha sempre più bisogno, avere i tre match tutti in diretta il prossimo sabato garantisce un introito economico molto importante e, per certi versi, considerando lo scannatoio economico nato intorno alla prossima edizione di Haineken Cup, per alcuni paesi irrinunciabile. Il terzo elemento è rappresentato dalla stessa evoluzione del professionismo nel mondo dello sport, situazione alla quale il rugby deve guardare e non può sottrarsi tout court.

Il terzo punto ci riporta indietro nel tempo, la nascita del professionismo nel nostro rugby a quindici è datata solo 1995 e dietro quella scelta vi fu un bel dibattito che ad oggi non si è ancora sopito. Le dichiarazione di Hamilton rientrano infatti in questo tipo di filone, ribadiscono infatti una forma di purismo e di supremazia del nostro sport rispetto ai condizionamenti più vili, primi fra tutti il denaro, e ripropongono  l’idea di competizioni ovali sempre ad altissimo livello di “parità” per poter vedere il vero campione nel senso davvero assoluto del termine “sportivo”.  Visto da questo punto di vista non credo ci sia nessuno davvero in grado di dare torto ad Hamilton.

Però il mondo va avanti e non si può gettarlo via, non si può negare la fruibilità del match Francia vs Irlanda agli appassionati inglesi, italiani, gallesi o scozzesi o a tutti gli altri in europa o nel mondo che volessero però vedere anche almeno un altro degli altri match. Non si può almeno per un motivo: perchè questo sport, quando ha scelto la via del professionismo, ha deciso di dovere qualcosa anche allo spettacolo, è diventato uno spettacolo ed ora non  si può sottrarre, in nome di un purismo che appare un po’ “di giornata”, alla logica di base dello show ovvero  quella di farsi vedere da più persone possibili.

E’ vero che le voci come quella di Hamilton sono importanti, servono a tenere alta la guardia contro le degenerazioni e la eccessiva spettacolarizzazione del nostro sport, viene però da chiedersi dov’erano queste voci in questi mesi di squallido can can messo in piedi dai club inglesi e gallesi contro le competizioni europee ed il Pro12, tutte questioni nate proprio da un grosso contratto TV stipulato dagli inglesi. Ops, sorry.

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