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FORZA RUGBY

IL DOPING DI LUCA E’ IL PEGGIORE

DOPING

Il Comunicato Stampa delle Fiamme Oro suona come una campana a morto: “ A seguito di un controllo antidoping … effettuato successivamente alla finale del Trofeo Eccellenza, giocatasi a Rovigo l’8 febbraio scorso, è stata accertata la positività di un atleta tesserato per questa Società…presenza di THC Metabolita>DL (cannabinoidi) a carico di Luca Calandro. Le Fiamme Oro Rugby comunicano che il proprio tesserato si è assunto pienamente la responsabilità dell’accaduto ed è stato automaticamente estromesso dai Gruppi Sportivi Fiamme Oro. Inoltre, è stato immediatamente avviato un procedimento disciplinare ai sensi del regolamento di disciplina della Polizia di Stato.”

In quelle poche righe c’è la drammaticità della insulsa azione di un giovane , lo spezzarsi del suo futuro, lo schianto del suo sogno di sport; sarebbe difficile fermarsi a raccontare solo della stupidità oggettiva ed ora conclamata di questo Luca senza però coglierne anche il suo dramma. Questo però è ora solo un fatto sociale e Luca troverà ora supporto e strutture in grado di fargli superare questo momento.

Qui però ci si occupa di sport e non si può non raccontare il fango ed il disonore gettato da quel Luca sulla sua Società Sportiva, sul nostro sport, sulla comunità intera del rugby, per un gesto che oggi, chissà per quanti altri giorni, assocerà la parola rugby a quella “doping” su tutte le testate sportive e non sportive, perchè oggi tutti ci guardano “volentieri” e scrivono di noi.

Luca conosceva bene i tempi, le modalità. i regolamenti dello sport e le casistiche del doping, sapeva esattamente il comportamento che doveva tenere, sapeva le conseguenze, sapeva di giocare nel massimo campionato italiano, di rugby, dove certi valori non ci piace solo raccontarli. Oltre a ciò pare quasi inutile  insistere sul fatto che quel Luca fosse anche un poliziotto, sapeva di esserlo,  sapeva i doveri a cui era sottoposto ed in cambio ne riceveva diversi privilegi. Luca era un privilegiato del rugby. Lui sapeva tutto. Certe posizioni non accettano sconti di maturità e questo è davvero il minimo sindacale.

Per tutti questi motivi va bene non solo il Luca sia stato espulso dal suo Gruppo Sportivo, non solo che per Luca abbiano ora corso tutti i provvedimenti disciplinari a cui sapeva sarebbe stato sottoposto, ma sta bene che quel Luca si prenda il giusto sdegno e la condanna di tutta la comunità del rugby a cui, evidentemente, pensava non dovere nulla, tanto meno rispetto, per quello che lui aveva avuto.

Tutto questo il Luca ce lo ha fatto accadere in occasione della finale del Trofeo Eccellenza, momento epico delle Fiamme Oro, vittoria sofferta e storica a Rovigo, forse anche Luca cantava in pullman al  ritorno festeggiando la vittoria, ma lui, cantando, sapeva che qualcosa non andava, c’era il controllo doping in corso. Il doping di Luca è il peggiore perchè non incide solo su se stessi ma anche su tutti gli altri. Tutti.

Il Rugby Rovigo ha fatto subito  sapere in un comunicato stampa seguito a quello delle Fiamme Oro che “non ritiene di dover prendere alcun provvedimento in merito, nel rispetto del risultato decretato dal campo“; è vero che il Luca non era entrato in campo, era rimasto seduto in panchina per tutta la partita, non ha influito, è altrettanto vero però che il comunicato stampa del Rovigo è una boccata di ossigeno per lo sport intero e per la nostra comunità ovale. Forza Rugby!

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