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AFFARI ESTERI

FIJI E RUGBY: UNA STORIA DIVENTATA DIFFICILE

danza cibi

La “danza Cibi” rituale della Nazionale delle Fiji prima di ogni incontro

Le Fiji ed il rugby. Chissà cosa potrà sembrare questa storia di rugby proprio adesso, che tutti guardano al Sei Nazioni, alle peripezie messe in piedi dai soldi di Mourad Boudjellal o di BT e di quelli come loro.

La storia del rugby delle Fiji è diversa, lì è sport nazionale, lo giocano davvero tutti, molti nelle isole ed i più bravi, o a volte solo i più grossi, espatriano e spesso vanno in Nuova Zelanda o in Australia, arrivano in Europa; ne ricordo uno che scese all’aereoporto di Venezia a piedi scalzi, le uniche scarpe che aveva usato nella sua vita erano quelle da rugby e neanche sempre, lo portarono al più vicino negozio a comprargliele ma non ci fu niente da fare, sempre scalzo andava in giro.

Rugby e  Fiji è diventata una complessa partita con il golpe militare, ancora oggi dominante, accaduto nelle isole nel 2006; un golpe nato dalla povertà che regna in una regione ad alto potenziale di successo. C’è ancora oggi il regime militare alle Fiji, il capo si chiama Voreqe Bainimarama, il paese conta circa 850.000 abitanti suddivisi su un centinaio di isolette del Pacifico (le Fiji ne hanno altre 200 disabitate e svariati centinaia di isolotti) ed era impossibile che in un posto così, un regime non si tirasse dentro la disputa lo sport nazionale.

Le Fiji sono un paradiso dei cataloghi per turisti ma un mondo decisamente diverso per i suoi abitanti, c’è povertà, strutture sanitarie efficienti ma non per tutti, strade in terra ed un tasso di criminalità ancora basso ma superiore alla media della regione, nella capitale Suva ai turisti si invita la sera a non uscire.  Nel 2009 è stata abrogata la Costituzione, ne è stata scritta un’altra varata proprio nel 2013 e le prossime elezioni saranno nell’autunno 2014, forse dopo di quelle le Fiji saranno riammesse nel Commonwealth.

Fiji ed il suo rugby ovvero la mancanza cronica di soldi e la intromissione del regime proprio nella gestione economica del rugby, la difficoltà con cui le Fiji hanno potuto partecipare agli ultimi mondiali e, ancora oggi, gli enormi problemi per far muovere il suo team fra i vari tornei mondiali di Rugby Seven, specialità nella quale Fiji è fra le prime nel mondo, con il loro coach Ben Ryan senza stipendio che si paga da solo i viaggi.

Bainimarama ha condizionato, dalla fine del 2010 in poi, il lavoro della federazione del rugby (FRU), ha nominato parenti e militari a dirigerla, tutto per controllare i finanziamenti di IRB. Ovvio quindi che ogni giorno che è passato dal 2011 in poi sia stata “guerra” fra il  governo militare figiano ed il governo mondiale del rugby .

La recente posizione di IRB, il 12 gennaio 2014, contro la federazione figiana (FRU) è stata decisiva,  “IRB ha sospeso ogni sostegno finanziario diretto al FRU con effetto immediato fino a quando l’Unione non adotterà riforme contabili , amministrative e di governance“, che significa anche mettere a posto i conti davvero troppo in rosso.

Il rugby alle Fiji affonda? Inoke Male, headcoach della Nazionale a XV, è stato licenziato insieme ad altri dirigenti e membri dello Staff  FRU proprio come reazione a questa presa di posizione IRB che ha tolto a FRU almeno 2,2 milioni di dollari.  Lo scontro Fiji /IRB viaggia a pieni giri.

Servono quindi soldi per salvare il rugby figiano compresso fra politica e ripicche di regime, tutta roba che non c’entra con lo sport ma che può compromettere l’affiliazione di Fiji agli organismi internazionali, ecco allora il comunicato di questi giorni:  FRU, e quindi Voreqe Bainimarama, annuncia aver trovato uno sponsor, è una cosa importante, le casse sono salve, il risanamento economico è possibile, le attività sportive possono continuare, quindi adesso si può ricominciare a parlare con IRB? Anche se molte voci dicono che lo sponsor sia niente meno che la compagnia telefonica Digicell per ora FRU non ha ancora comunicato alcun  nome. Il dubbio quindi rimane ma la speranza che sia tutto davvero a posto è grande, per il rugby, per le Fiji.

Ecco il Pacifico del rugby, dove è sport nazionale, dove l’ovale può anche far cambiare bandiera in Nuova Zelanda, un rugby schiacciato fra i fasti di Auckland, le baruffe e la crisi (economica) in Australia, i regimi militari ed i paradisi fiscali isolani, un posto del quale ci piace ricordare le sue isole in bianco e nero e la danza cibi dei suoi guerrieri ovali sui campi sportivi nel mondo: forza Fiji.

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