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AZZURRI

L’ITALIA CONTRO IL GALLES DISASTRATO NEL SEI NAZIONI CHE DOVEVAMO PROVARE A VINCERE

L'Italia in allenamento in questi giorni pre-Cardiff

L’Italia in allenamento in questi giorni pre-Cardiff

Arriva il Sei Nazioni ed il rugby europeo si esalta, si annunciano i quindici dei match del prossimo week end e si scolpiscono dichiarazioni altisonanti messe li a cucinare un ambiente che, più che un po’, ha voglia di dimenticare.

Tutta Europa ha voglia di dimenticare soprattutto  il Galles. Quelli del Dragone rosso sono infatti  il simbolo più evidente della guerra fra club e federazioni che da mesi incombe sul futuro delle competizioni continentali, Heineken Cup ed Amlin Challenge Cup, ma anche sulla struttura dei prossimi campionati, sicuramente il Pro12 ma poi anche la Premiership inglese e le varie realtà nazionali e regionali britanniche.

La guerra in Galles procede, le parti, la WRU ed i team delle Regions, si danno ultimatum a raffica che, quando scadono, vengono rinnovati con nuovi ultimatum e tutta Europa, in pratica, aspetta loro; se loro vanno con gli inglesi scassano le  coppe europee ed il Pro12 però dietro l’angolo c’è anche che …… e ci si ferma qui perchè davvero questi gallesi ogni tanto piacerebbe per un po’ dimenticarli

La misura della loro guerra sono le adesioni dei vari campioni locali, quelli della Nazionale o in odore di Nazionale,  al contratto unico centralizzato della federazione , così la WRU annuncia che il super campione Sam Warburton, giocatore dei Blues, ha firmato per lei e gli Ospreys rilanciano annunciando che Alun Wyn Jones rimane si in Galles ma ha firmato il loro contratto non quello centralizzato; a questi si aggiungono quelli come Halfpenny che hanno già detto di andarsene verso i lidi ricchi della Franca o Ryan Jones che invece gli Ospreys li lascia per andare a Bristol, squadra che, quest’anno, milita solo nella seconda divisione inglese. Lo stillicidio continua e continuerà ancora forse per settimane. Una situazione destabilizzata e di profonda spaccatura fra team regionali e federazione, fra giocatori che parteggiano per l’ uno o l’altro, grande disagio, equilibri delicati che vengono insidiati. Questo è quello che accade in Galles, questo è il Galles che la nostra Nazionale va a trovare a Cardiff per la sua prima del Sei Nazioni.

Se a tutto questo aggiungete la lunga lista di assenti per infortuni che Warren Gatland ha dovuto esibire in questi giorni lo scenario di quelli in maglia rossa non è certo il top della condizione.

Parisse & Co vanno incontro a questo Galles, certo quelli in maglia rossa sono un gruppo di professionisti che non dovrebbero nemmeno farsi scalfire da queste vicende ma tutti sappiamo che non è così, che in fondo tutta quella confusione che c’è in Galles pesa eccome e si vede anche dai risultati delle loro squadre in Pro12.

Questo è il nostro primo match del Sei Nazioni 2014, il terzo dell’era Brunel, quello che, secondo le promesse del primo giorno del coach francese, oggi noi dovevamo già provare a vincere, invece andiamo mesti contro questo Galles mezzo disastrato, sperando nel colpaccio ma anche no che tanto, ce lo hanno già detto in tutte le minestre, le partite da vincere sono altre.

Quella con l’Inghilterra è da vincere lo ha detto Brunel, viene da sorridere a pensarci ma lo detto Jacques Brunel, ha detto che bisogna vincere il match con quelli della rosa, che è poi l’ultimo match del Torneo, chissà se è vero o è solo un modo per restare “vivi” fino in fondo.

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