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QUESTIONE D'ELITE

IL CASO MANGHI NON VALE AGATHA CHRISTIE MA QUALCHE DUBBIO SI

L'ispettore Poirot, celebre personaggio di Agatha Christie, nella interpretazione di Peter Usitnov.

L’ispettore Poirot, celebre personaggio di Agatha Christie, nella interpretazione di Peter Ustinov.

Enrico Manghi è il nuovo acquisto della VEA FEMI-CZ Rugby Rovigo Delta, è nato a Parma il 12 novembre 1991, alto 185 centimetri per 104 chilogrammi, è un tallonatore. Da dove proviene? Dal Rugby Reggio, formazione che milita, ultima in classifica, nel medesimo campionato della formazione rodigina, uno scambio che non è passato inosservato.

Capita infatti che Nicola Gatto, tallonatore esperto del Rovigo, si infortuni ed allora ecco che i rossoblù si muovono per la acquisizione di un altro del ruolo non avendo evidentemente in casa sufficiente esperienza per sostituire il Gatto. L’Enrico Manghi che arriva da Reggio, ultima in classifica in Eccellenza,  è il nipote del celebre Manghi Direttore Generale delle Zebre e, ovalmente parlando, figlio d’arte.

La Gazzetta di Reggio a firma Ginevra Del Bene Errico commenta la partenza del Manghi “Un bel salto di qualità per l’ex crociato che approda nel team favorito per lo scudetto..” e come si può darle torto passare dalla ultima in classifica alla prima non è poi cosa di tutti i giorni. Continua poi la Gazzetta:”  Una notizia che è giunta inattesa nell’ambiente rossonero…” per poi chiosare ” Non si può fare a meno di pensare al futuro dei rossoneri. La loro  posizione non è delle migliori e cedere una pedina importante come il secondo tallonatore, proprio ora che la mischia aveva trovato la giusta dimensione, potrebbe sembrare un gesto azzardato”. Apprendiamo anche  che Reggio, ultima in classifica,  il Manghi evidentemente era il secondo non il primo tallonatore ma per Rovigo va bene per prendere il posto di Gatto. Che dire : wow.

Ovvio che a Reggio nell’Emilia alle puntuali domande del giornale il Team rossonero risponde che hanno abbondanza di tallonatori (beati loro) e non ci sono problemi; da Rovigo De Rossi si procura anche lui una “copertura” e dichiara che in effetti la cosa di avere un tallonatore in più era già stata richiesta  a Zambelli prima della sosta natalizia, “…avevamo parlato con il Presidente Zambelli e il Direttore Sportivo Reale della necessità di avere un rinforzo in prima linea. Con l’infortunio occorso a Nicola Gatto contro San Donà, del quale dobbiamo ancora valutare la precisa entità….“, insomma Manghi arriva perchè era nei piani non perchè manca Gatto. Quindi Manghi lascia i suoi per andare a Rovigo a campionato in corsa con il team ultimo in classifica.

A forza di incartarsi nelle dichiarazioni a Reggio forse qualcuno avrà sentito aria di smobilitazione o qualcuno forse ipotizza sia il giocatore che ha scelto di andarsene dal Reggio per approdare in testa alla classifica. La nuova Prima Pagina cronaca di Reggio parla di “giocatore che è stato accontentato“, poi dice anche che andrà a sostituire  “il giocatore Gatto che si è recentemente  infortunato e non potrà chiudere la stagione” e ci tiene quindi a riportare che “… i Diavoli non si stanno smantellando, come qualcuno ha malignato, ma hanno concesso ad un proprio giovane giocatore un’occasione importante….”. Occasione importante? Il campionato è lo stesso cambia solo, di molto, la posizione di classifica! Magari qualcuno a Reggio, ah questi maligni, avrà pensato che Manghi poteva aspettare maggio ed intanto, visto che a Reggio nessuno smantella, aiutare i suoi a togliersi dall’ultimo posto nella Eccellenza.

Intanto Enrico Manghi dal giorno 8 gennaio è precipitevolissimevolmente un giocatore del Rovigo.

In tutti i casi siamo lieti di apprendere che Nicola Gatto sta bene come ci riporta il Gazzettino in data 10 gennaio “ci sono buone notizie dall’elettromiografia svolta dal tallonatore Nicola Gatto. Ha scongiurato il pericolo di ernia cervicale, per cui si temeva uno stop lungo. Si tratterebbe solo di una protrusione. Nel giro di due o tre settimane il dolore dovrebbe sparire e il giocatore tornare a disposizione.” Benissimo.

A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina“, diceva quel “diavolaccio” di Andreotti.

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