“Ma cosa mi dici maiii”
Sul Corriere dello Sport del 18 dicembre c’è una intervista a Gianluca Guidi, oggi allenatore del Calvisano in Eccellenza, fino a ieri e per oltre un decennio prima tecnico e poi coach delle varie selezioni della FIR; un vero uomo di federazione.
Si diceva della intervista dove gli viene chiesto un giudizio sulla Nazionale, il suo punto di vista è chiaro ed il punto non è se è condivisibile o meno; Guidi quindi parla di Nazionale come di “ragazzi trasformati in meglio“, segnalandone solo alcuni ma che provengono tutti dalle Zebre, e poi di “gente visibilmente appannata” segnalando, nome e cognome anche qui, una nutrita schiera ma che provengono tutti dalle file della Benetton. Fin qui tutto ok, vada pure, è il parere di Guidi.
Seguono, per il coach di Calvisano, due domande sulla crisi della Benetton alla quale il Guidi risponde con giudizi netti e decisi, mette fra gli errori della Società trevigiana “il pre-campionato non all’altezza degli impegni, l’incrinarsi dell’armonia con Franco Smith e un parco-stranieri inferiore ai rivali” , quando gli chiedono come la Benetton può ripartire Guidi punta il dito contro la conduzione tecnica del Treviso “Campagnaro ed Esposito sono stati tenuti per troppo tempo sott’olio, e Gori gioca più spesso in azzurro che a Monigo”. Un Gianluca Guidi che sa il fatto suo, parla, argomenta, dice, si libera, fa nomi e cognomi, la sa lunga.
Poi arriva la domanda sulle Zebre, gli viene chiesto ” Le Zebre (una franchigia) prendono 64 punti dai Saracens, il Calvisano (un club) tiene testa al Newcastle. Dov’è l’errore?” e qui il Guidi sbanda visibilmente, viaggia fra l’evasivo e lo stile tipo “rugby, cos’è questa cosa?”, alla fine gli esce una risposta che dice: ” Tra Heineken e Challenge il livello è diverso ed io posso parlare per i miei ragazzi.” Già, il Guidi parla solo dei ragazzi di Calvisano, mica può parlare dei ragazzi delle Zebre, non può, quello non può, non sa, non riesce, è diverso. Ma cosa sarà accaduto al Guidi? Come mai ora non parla più? Gli è caduta la lingua? Quando c’era da parlare dei ragazzi della Benetton ce l’aveva eccome. Cosa sarà?
