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QUESTIONE DA PRO

LA PRIMA VOLTA DI TREVISO

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C’è sempre una prima volta e, come capita spesso, anche questa volta se ne sarebbe fatto volentieri a meno. Treviso è in piena crisi, crisi tecnica, emotiva, sportiva e societaria. Troppe sconfitte per una stagione annunciata con ben altri fasti e non conta che le sconfitte fossero di poco, ci siano stati arbitraggi non sempre all’altezza o altre situazioni di questo tipo, perchè ora Treviso non può più fare e pensare come prima, ora Treviso non ha più il paravento che aveva fino a ieri, ora Treviso si deve prendere le sue responsabilità.

Ecco la prima volta del  Benetton Rugby, gente poco abituata gli insuccessi così pesanti e palesi, gente che stendeva il Campionato italiano, che è entrata in Pro12 per merito, gente che in questo Pro12 ci sa stare come se ce lo avesse sulla pelle da sempre, gente che da tre anni raccoglie gli osanna della piazza, pochi mugugni, molte certezze, gente che ha fatto i conti ed ha deciso di volare quest’anno nell’Olimpo delle grandi e, preso il volo, si è schiantata al suolo come non accadeva da un decennio almeno e forse di più.

Il rugby a Treviso non è mai stato così in basso e questo è il bello, il bello è il parametro; perchè il rugby a Treviso, nonostante le sconfitte e la posizione di classifica assolutamente insufficiente, rimane la punta più alta del rugby italiano, è la cosa più bella che c’è nella penisola italica, ma il parametro di casa Benetton Rugby non può essere Padova o Rovigo, Roma o Calvisano, il parametro è da tempo altro, è Leinster, Ospreys, Saracens, Tolone, questo a Treviso lo sanno e ora lo affrontano ed anche questo fa parte del “bello”.

C’è un rugby trevigiano che si prende tutte le sue responsabilità di fronte a tutti in quel “Basta alibi, non c’è alcun motivo per vedere in campo una squadra senza motivazioni” di Vittorio Munari ai giocatori, c’è un rugby che sa di non poter giocare la partita riduzionistica del “stiamo crescendo portate pazienza”, tipo Zebre tanto per intenderci, e quel “...una considerazione che ho fatto vedendo le partite di quest’anno è che manca quella fame agonistica che negli anni passati ci distingueva…” di Amerino Zatta è un piccolo regalo fatto a tutto il rugby italiano; l’intervento del Presidente biancoverde rappresenta la consapevolezza di non potersi adagiare, di rappresentare quel tanto in più del nostro rugby che non è solo “possibile” ma ormai quasi “dovuto” da parte di un team che, ricordiamolo, vale più di mezza Nazionale.

La prima volta della crisi di Treviso è però anche un colpo duro non solo per i tifosi ma per tutto lo staff biancoverde;  non è solo questione di non essere abituati a perdere, perchè davanti manca ancora il futuro certo ed accanto hanno solo uno spettro chiamato FIR che quando carezza il club biancoverde lo fa per convenienza più che per convinzione.

Il colpo si sente, gira nell’aria ma il piede di partenza con cui è stato affrontato è quello giusto, i massimi esponenti della Società hanno messo in campo una reazione senza mezzi termini, una presa di posizione di fronte a tutti, prima di tutto di fronte ai propri giocatori, ma è una cosa fatta anche con la consapevolezza di essere patrimonio di tutto il movimento ovale e  non solo di Treviso. Allora forza ragazzi, Leoni dateci sotto, testa e cuore in campo che ogni sfida conta più di prima, perchè adesso prima bisogna vincere e poi si potranno fare i conti. Con tutto e tutti.

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