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AZZURRI

ITALRUGBY: OLTRE IL RANKING LA META?

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L’Italia ha vinto con le Fiji e questo è quello che rimane sul ranking, quello che rimane invece nella pattuglia italiana e nel suo pubblico è una cocente delusione perchè loro hanno preso cinque cartellini gialli e noi cinque mete da loro che avevano preso cinque cartellini gialli.

Mesti i commenti sulla stampa e sul web, continua quindi l’epopea di un team azzurro che non fa innamorare proprio nessuno ma a cui, per fortuna, nessuno riesce a voltare le spalle. Fra i commenti più rappresentativi il titolo del Corriere dello Sport li vince tutti ” L’Italia passa col giallo” ed il pezzo di Francesco Volpe dice tra l’altro:” Una partita senza né capo né coda, una Nazionale convalescente, una vittoria che fa bene solo al morale e al ranking”.

Se la cronaca costruisce il senso di una partita i commenti lo fanno anche di un intero ciclo e, fra questi, dopo Cremona, uno davvero utile è quello di Rugby1823 dove, fra l’altro, si punta sulla “mancanza di leadership” di un presunto leader, Sergio Parisse: “Sergio Parisse è sicuramente un ottimo giocatore, uno dei più talentuosi d’Europa, ma spesso – soprattutto quando l’Italia non gira – prende le decisioni sbagliate….la leadership di Sergio non traspare quando l’Italia va in crisi.

Io sto con gli ippopotami. L’Italia avrà pure vinto, si dovrebbe festeggiare l’evento…. insomma ci si dovrebbe fermare e godersi questo attimo di felicità, e invece il sentimento che si percepisce è il sollievo. Come essere disteso a letto e potersi rialzare dopo aver tenuto sullo stomaco un cinghiale, o peggio un ippopotamo, per 80 minuti effettivi”. Right Rugby del dopo Fiji è così ancora più chiaro. 

Le critiche sono sincere, modeste e piene di speranza, roba che Mallett neppure poteva sperarci, ma cominciano ad intaccare le fondamenta di questa Nazionale che, partita piena di buoni e rivoluzionari propositi, in verità ora avrebbe pure stufato; le cose si vedono e magari fino ad oggi non si dicevano troppo, forse solo per vera e pura scaramanzia ma, ora, persino l’untouchable per definizione, Capitan Parisse, ha la sua critica  tutta personale su cui riflettere.

La vera questione di questo italico  rugby di Alto Livello è che non si sa bene dove stia andando, non si conoscono le reali ambizioni, non si sa quando si possa dire vincente o perdente, quando è vicino al suo obiettivo, ma qual’è il suo obiettivo?

Il rugby piace anche perchè non ha bisogno di un motivo per giocare una partita, questo rimane un must inestinguibile anche per questi paraggi ma un paio di motivi per sorridere alla vittoria contro le Fiji bisogna pur trovarli ed invece è questo che manca tristemente a tutti. Progressi tecnici evidenti non se ne vedono da tempo, vittorie convincenti si alternano a batoste pesantissime, manca una linea che dica dove siamo e dove possiamo arrivare.

Vuoti di contenuti tecnici e di soddisfazioni di gioco quello che rimane dopo queste battaglie sul campo è solo il ranking e non sarebbe male neanche quello se avessimo una posizione vera alla quale ambire; un esempio banale, puntiamo all’Argentina il prossimo fine settimana perchè pensiamo di poterli superare al decimo posto? O siamo sempre nella costante eterna  fase “sperimentale”?

Insomma, lo vinciamo o no questo Sei Nazioni?

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